Tutta colpa degli anarchici e degli ambienti Lgbt. Questa l’analisi del sindaco di Udine, commentando un atto vandalico che si è consumato contro il presepe a piazzetta del Pozzo. Infatti, dopo che sono state ritrovate delle scritte ingiuriose sulle statuine che rappresentano la natività, il primo cittadino Pietro Fontanini aveva dichiarato che era plausibile il coinvolgimento «di gruppi che fanno riferimento al mondo anarchico o Lgbt […], che hanno preso di mira questo presepio per la vicenda della panchina, rimossa per dare spazio alla rappresentazione della Natività». Affermazioni gravi che hanno suscitato le dovute reazioni.
La polemica nasce qualche settimana fa, quando il sindaco di Udine ha deciso di rimuovere alcune panchine per evitare i bivacchi degli extracomunitari – la piazzetta era un luogo di ritrovo per migranti – e sostituirle con un presepe, in vista delle festività natalizie. Una scelta discutibile e non proprio in armonia con il messaggio della natività, per quanti e quante vi credono, che vedono nel personaggio di Gesù bambino proprio la figura del “profugo” che non trova riparo ed è poi costretto alla fuga, per ragioni umanitarie. Quindi, dopo che il presepe è stato approntato, sono comparse delle scritte blasfeme proprio sulle immagini sacre. Cosa che ha fatto perdere le staffe a Fontanini.
A controbattere al sindaco, così come riporta il giornale on line Il Friuli, sia l’opposizione sia le associazioni Lgbt. «Fontanini toglie panchine consapevole del messaggio che vuole mandare e, quando qualche sciagurato compie un gesto esecrabile, dice che potrebbe essere colpa di qualcuno del mondo gay, senza distinguere» dichiara Roberto Pascolat, segretario cittadino del Pd. Che continua: «Questo è l’inferno della generalizzazione, una violenza morale che spezza ogni legame di comunità e di socialità, instilla l’odio e getta la colpa sempre sugli “altri”».
Non da meno le associazioni arcobaleno, quali Arcigay Friuli, Lune-Alfi e l’Associazione Universitaria Iris, che, in un comunicato, dichiarano durissime che il sindaco «non chiarisce in base a quali elementi ci muove queste gravissime accuse e noi non riusciamo a capire in che modo un atto simile, rispetto al quale ci dichiariamo estranei, avrebbe dovuto giovare alle nostre istanze». E aggiungono: «Accusare pubblicamente, diffamando e calunniando, con tale leggerezza non è affatto un comportamento consono a chi ricopre ruoli istituzionali, specialmente a un Sindaco: così facendo, Fontanini svela palesemente la sua volontà di renderci un bersaglio per l’opinione pubblica».
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