Il direttore dell’Unar, Francesco Spano, si è dimesso dal suo incarico. A riportare la notizia è Repubblica.it. La decisione è stata presa dopo la convocazione di questo pomeriggio da parte della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. L’incontro ha seguito il servizio de Le iene circa il presunto uso improprio dei fondi pubblici elargiti da Palazzo Chigi.
Sulla vicenda interviene anche Arcigay. Secondo il segretario nazionale Gabriele Piazzono “assistiamo al tentativo di sospensione della libertà di associazione per le persone, omosessuali e non, in Italia”. “Il servizio andato in onda ieri sera nella trasmissione “Le Iene”, che in malafede dosava anonimati, vaghezza e repentini precisi dettagli, perfino lesivi del diritto alla privacy, ha innescato una macchina del fango ignobile – continua Piazzoni -, subito cavalcata dagli omofobi di professione, dentro e fuori il Parlamento”.
Sulle dimissioni di Spano, Piazzoni commenta che “il passo indietro del direttore serve a ristabilire la serenità necessaria a far proseguire il lavoro importante di Unar”. Il segretario di Arcigay ricorda che “l’elenco dei progetti finanziati dalla dipartimento della Presidenza del Consiglio contiene iniziative importanti che si occupano di marginalità e di contrasto alle discriminazioni e all’esclusione sociale: è necessario che il Paese e le persone (lgbti e non) che ci vivono e lo attraversano possano contare su queste possibilità, rare almeno quanto sono necessarie”. “C’è tutto un mondo del volontariato che lavora, fa tanto, nella stragrande maggioranza dei casi senza l’ombra di un euro di finanziamento pubblico – sottolinea Piazzoni -. E c’è tutto un mondo di persone lgbti che hanno bisogno di interventi sociali e di sostegno, persone che non possono essere lasciate sole. Strumentalizzare delazione carpite, confezionarle in una narrazione piena di pruderie e illazioni solo per affossare l’Unar è un’operazione politica miope. Non si getti fango, piuttosto si chieda chiarezza”. “L’Unar è e deve continuare ad essere un organo di garanzia di tutti e tutte sulle politiche contro le discriminazioni” conclude Piazzoni.
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