Una legge per impedire che si parli di tematiche Lgbt+ nelle scuole, in Ungheria: è questa l’intenzione di Fidesz, il partito di Viktor Orban. Secondo il leader ungherese, infatti, parlare di certe tematiche nelle aule sarebbe dannoso per le generazioni più giovani. Per tale ragione, il partito del primo ministro ungherese ha proposto un provvedimento, in Parlamento, per il divieto dell’uso di testi in cui si parla di tematiche Lgtb: «Ogni testo di propaganda o promozione, che parla in modo permissivo di queste cose, è dannoso per i minorenni» ha dichiarato Mate Kocsis, capogruppo di Fidesz.
La proposta di legge sanziona anche la pedofilia con pene severe, come riporta l’Ansa. «Il governo, insieme all’estrema destra» si apprende «ha fatto campagna l’anno scorso contro una raccolta di fiabe, pubblicata da un’organizzazione civica che intendeva sensibilizzare l’infanzia sui diritti delle minoranze (gay, rom, persone con disabilità). Giudicandolo “provocatorio”, il libro è stato addirittura strappato pubblicamente». Secondo gli osservatori, Orban scalda i muscoli per le elezioni del prossimo anno, cercando l’appoggio di quella parte dell’opinione pubblica ungherese apertamente omofoba.
Un provvedimento che ricorda, insomma, il divieto di propaganda di omosessualità nella Russia di Putin. E che getta un’ombra sulla qualità della democrazia non solo nel consesso europeo ma anche qui da noi in Italia. Secondo i più recenti sondaggi si è già verificato il sorpasso di Fratelli d’Italia nei confronti della Lega. Ricordiamo, ancora, che Giorgia Meloni è molto vicina al leader di destra radicale che governa l’Ungheria. E dovesse diventare presidente del Consiglio dei ministri, qui in Italia, chi ci garantisce che non ne seguirà l’esempio?
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