La storia che stiamo per raccontarvi ha dell’incredibile. Il protagonista, suo malgrado, è un vigile del fuoco di Firenze, Giancarlo Damele, che è finito sotto procedimento disciplinare del Corpo dei Vigili del Fuoco per avere pubblicato su Facebook la foto dell’unione civile di un suo collega con il compagno. Avrà scritto qualcosa di deprecabile, direte voi. Ecco il testo che accompagnava la foto: “Stamani si è celebrato a Firenze un matrimonio gay tra un collega e il suo compagno, credo il primo nel nostro Corpo. Visto che non è stata data abbastanza rilevanza alla cosa, allora mi sembra l’occasione giusta per pubblicare le foto e rendere tutti partecipi di questo piacevole evento. Congratulazioni ai neo sposti”. Insomma, Damele ha voluto fare pubblicamente gli auguri al collega, nonostante il silenzio intorno.
Il caso, però, non è scoppiato per questo.
Il post ha avuto centinaia di condivisioni diventando, come si dice, virale. Come purtroppo succede quando un contenuto raggiunge grandi numeri di utenti, sono iniziati a piovere commenti omofobi e razzisti. Cose come “pompieri… pompini” o “adesso capisco perché stanno facendo l’invasione di africani. Povero mondo” o ancora “poi si scandalizzano se un arabo si sposa una bambina”. Buona parte di questi commenti sono stati scritti da altri vigili del fuoco. Commenti che altri pompieri hanno ritenuto lesivi della dignità del Corpo e, per questo, è partita la segnalazione all’Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, istituito tra Polizia di Stato e Carabinieri).
Tutto regolare, in apparenza. Se non fosse che dalla segnalazione arrivata all’Oscad e girata alla Commissione disciplinare dei Vigili del fuoco perché prendesse i dovuti provvedimenti contro i suoi dipendenti omofobi e razzisti, è iniziata, invece, una procedura disciplinare contro Giancarlo Damele. Avete capito bene: ai commentatori omofobi e razzisti non è arrivata alcuna segnalazione, mentre a chi aveva fatto gli auguri al collega per la sua unione civile, sì.
Per aprire il procedimento disciplinare contro Damele, il Corpo ha utilizzato un articolo del Contratto Collettivo di Lavoro. Per la precisione l’art. 12, comma 2 lettera b che recita: “2. La sanzione disciplinare dal minimo del rimprovero verbale o scritto al massimo della multa di importo pari a 4 ore di retribuzione si applica al dipendente per: (…) b) condotta non conforme ai principi di correttezza verso altri dipendenti o nei confronti del pubblico”. Insomma, gli auguri di Damele al collega e al compagno, rappresenterebbe una sorta di violazione della privacy. Cosa che, tra l’altro, l’unito civilmente non si è mai sognato di contestare.
E a chi ha scritto gli insulti omofobi e razzisti? Niente.
Ieri si è tenuta la prima udienza del procedimento contro il vigile fiorentino che è assistito dal collega Costantino Saporito, rappresentante sindacale dell’Usb nonché reduce da un procedimento a suo carico per avere partecipato in divisa al Roma Pride del 2017. “La prima contestazione che ho avanzato, riguarda la firma della comunicazione giunta al collega – ha spiegato Saporito a Gaypost.it -. I componenti della disciplinare sono quattro. Non solo in calce alla comunicazione c’è una solo firma, ma non è di nessuno dei quattro che avrebbero dovuto firmarla“. Ma la questione principale è un’altra. “È incredibile che si apra una procedura contro chi ha fatto gli auguri ad un collega – spiega Saporito – e non contro chi, con tanto di divisa e ruoli dirigenziali nel Corpo – ha scritto commenti omofobi e razzisti”.
I fatti risalgono allo scorso luglio e il procedimento va chiuso entro 120 giorni che ancora non sono trascorsi.
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