Le realtà che hanno fortemente voluto la nascita di Villa Carrà ne parlano come di «uno spazio dove trovare riparo e accoglienza, ma anche in cui poter ricostruire e far ripartire la propria vita in piena autonomia». E ancora, «un luogo indispensabile – a lungo sognato e fortemente voluto – che mancava e che invece ora è diventato preziosa realtà concreta». Una casa d’accoglienza per persone Lgbt+ in Friuli Venezia Giulia, il cui luogo rimane segreto per garantire la sicurezza delle persone ospitate.
«È questo e molto altro» si legge ancora «Villa Carrà, casa rifugio per persone LGBTQIA+ vittime di violenza e/o in situazioni di vulnerabilità a causa della propria identità sessuale. Il servizio così strutturato è il primo nel suo genere in Friuli Venezia Giulia e in tutto il Nordest».
Il progetto è stato presentato la settimana scorsa, il 23 marzo, nel foyer del Teatro Palamostre di Udine. A realizzarlo, le associazioni Oikos onlus e Arcigay Friuli, per l’occasione riunite in un’associazione temporanea di scopo, l’Ats. Il progetto è stato realizzato grazie al finanziamento dell’Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. A sostenere Villa Carrà, ancora, troviamo molte altre realtà associative: l’Fvg Pride, il Comitato per i diritti Civili delle Prostitute, Alfi Lune, Agedo Udine, Associazione Universitaria Iris e Arcigay Arcobaleno Trieste Gorizia.
La coordinatrice del progetto, Sara Rosso, ha spiegato: «Villa Carrà potrà ospitare fino a dodici persone in condizioni di difficoltà ed estrema vulnerabilità. Si tratta di un’accoglienza temporanea, perché obiettivi del progetto, come svela l’acronimo, sono il “recupero” e il “ritrovo” delle singole individualità, in un percorso che restituisca autonomia e indipendenza alle persone accolte, in modo tale che possano “andare”, cioè lasciare la casa rifugio in autonomia, potendo iniziare una nuova vita».
E tanta soddisfazione arriva anche dai rappresentanti delle du associazioni in prima linea: «Un importante tassello del lavoro sul campo di Oikos e che si inserisce nel solco di un impegno da sempre teso a legare, connettere, accogliere, accudire, aver cura e valorizzare ogni singola persona» dichiara il presidente Giovanni Tonutti. «Ciò per anni è stato un sogno in un cassetto da oggi ha finalmente delle mura e un tetto pronto ad accogliere persone di modo che possano recuperarsi, ritrovarsi e andare» le parole del presidente di Arcigay Friuli, Luca Vida.
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