Patrick Zaki rimarrà altri 15 giorni in carcere. Nello specifico, nel carcere di Tora, al Cairo, dove si trova da giovedì scorso. Lo hanno deciso i giudici della Procura per la sicurezza dello Stato della Capitale egiziana durante l’udienza di oggi. Il 27enne, studente e attivista per i diritti lgbt+, è attualmente nella sezione riservata ai detenuti politici ed è accusato di propaganda sovversiva via Facebook.
Eipr, la ONG per cui lavora Patrick, ha fatto sapere che Zaki non si trova allo “scorpione”: un reparto del carcere che gode di una pessima fama. Hoda Nasrallah una delle legali del ragazzo, precisa che Zaki sta bene e che corre meno rischi rispetto a quando era detenuto con i criminai comuni.
Questa volta i familiari di Patrick non hanno potuto vederlo, come invece, era successo durante la scorsa udienza.
Anche i rappresentanti delle ambasciate europee che volevano assistere all’udienza, sono stati lasciati fuori dal tribunale.
Secondo quanto riporta l’agenzia Dire che cita fonti “vicine al giovane studente”, I giudici della procura del Cairo avrebbero risposto che “Il caso non è di vostra competenza”.
Fuori dall’aula c’erano diplomatici dell’ambasciata degli Stati Uniti, dell’Italia, della Svizzera e una delegazione dell’Unione Europea.
“E’ gravissimo che la Procura egiziana abbia negato l’accesso in aula ai rappresentanti delle ambasciate e in particolare a quella dell’Italia, che ha un ruolo nella vicenda di Zaki, essendo uno studente dell’Università di Bologna- ha commentato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia -. Un avvenimento che va stigmatizzato e il governo italiano deve farlo. E’ inoltre un segnale di protervia da parte delle autorità giudiziarie egiziane, che non fa ben sperare sull’esito di questo caso”.
Patrick Zaki si trova in carcere dall’8 febbraio scorso, quando era tornato in Egitto per fare visita alla famiglia. Il ragazzo tornava da Bologna per seguire un master di studi di genere presso l’Alma Mater Studiorum”.
Detenuto inizialmente a Mansoura, lo scorso giovedì è stato trasferito nel carcere di Tora, al Cairo.
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