La Corte d’Appello di Napoli, con una sentenza emessa oggi, ha ordinato il pieno riconoscimento dell’adozione del figlio della partner per una coppia di donne italo-francesi sposatesi in Francia anni fa. Si tratta di Giuseppina La Delfa, fondatrice ed ex presidente di Famiglie Arcobaleno, e della moglie Raphaelle Hoedts. L’adozione era già stata riconosciuta dal tribunale di Lille, in Francia, ma il comune di residenza della coppia in provincia di Avellino, si era rifiutato di trascrivere i certificati di nascita dei due figli della coppia perché riportavano la doppia maternità frutto dell’adozione l’una del figlio biologico dell’altra. Secondo l’amministrazione locale, infatti, dato che l’adozione è possibile solo ad una coppia sposata, trascrivere i certificati avrebbe significato riconoscere il matrimonio tra le due donne. Ma com’è noto, la legge italiana non prevede che due donne possano contrarre matrimonio. Un anno fa, la stessa Corte d’Appello aveva già riconosciuto le nozze di Giuseppina e Raphaelle.
A dare notizia della sentenza è NELFA, l’associazione che raggruppa tutte le associazioni europee di genitori omosessuali.
“Lo scorso anno i giudici hanno sostanzialmente affermato che l’Italia non può ignorare diritti fondamentali come quello di sposarsi, garantito dagli stati membri dell’UE ai propri cittadini, solo perché l’Italia non riesce a tutelare le coppie dello stesso sesso – ha dichiarato Alexander Schuster, l’avvocato della coppia e membro dell’European Commission on Sexual Orientation Law -. La Corte d’Appello adesso rafforza quella visione secondo cui c’è ‘portabilità di stato civile’ all’interno dell’Unione Europe: si applica al matrimonio dei cittadini europei e si applica allo stesso modo alle adozioni e alle relazioni genitori-figli”.
La sentenza ha effetto immediato, ma l’amministrazione locale potrebbe fare ricorso in Cassazione.
“Ora è deciso – ha commentato Giuseppina La Delfa, che è anche membro del direttivo di NELFA -: l’Italia deve trascrivere l’adozione dei miei due figli. È stata una lunga battaglia, ma finalmente abbiamo vinto e il sindaco ci deve rimborsare più di 5000 euro per le spese legali”.
Per Maria von Kaenel, presidente di Nelfa, si tratta di una “importante decisione che mostra come i diritti fondamentali delle famiglie arcobaleno in uno stato europeo devono esere rispettati anche negli altri stati dell’UE”. “E per la prima volta in una causa che riguarda una coppia omosessuale – aggiunge -, l’ufficio di stato civile deve risarcire i costi legali del processo che ha provocato. Questo servirà da monito per altri che volessero agire in modo discriminatorio contro le famiglie arcobaleno”.
“Questa sentenza conferma una volta ancora che la mancanza di una legge a tutela dei figli delle persone omosessuali non esime l’Italia dal riconoscere a questi i diritti fondamentali che spettano loro – ha commentato Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno -. Lo stralcio della stepchild adoption dalla legge sulle unioni civili è stato una battuta d’arresto, ma noi continuiamo a chiedere il riconoscimento pieno della nostra genitorialità per la tutela dei diritti dei nostri figli e delle nostre figlie”.