“Sono un/a lavoratore/trice dipendente e vorrei cambiare sesso, quali diritti ho?”. Oppure: “I genitori non biologici di bambini nati in coppie di persone dello stesso sesso, possono prendere il congedo parentale o per accudire i propri figli?”. E ancora: “Il mio datore di lavoro può impormi il test dell’HIV? Se mi assento per tanto tempo per seguire la terapia contro l’HIV, posso essere licenziato?”. Sono solo alcune delle domande a cui risponde il “Vademecum – Lavoro e diritti lgbt” che sarà presentato oggi a Torino.
Il volume è frutto del lavoro del Coordinamento Torino Pride in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil e con il patrocinio del Consiglio Regionale e della Regione del Piemonte, della città di Torino e dell’Università degli studi del capoluogo piemontese.
In precedenza pochi esempi del genere: fra questi il vademecum della CGIL Bolognese in collaborazione con le associazioni lgbt cittadine, o la guida di Arcigay e Mit “Rights at work“, a cura degli avvocati di Gay Lex, Michele Giarratano e Cathy La Torre.
Una guida
Una vera e propria guida non solo per i lavoratori, ma anche per le aziende, contro ogni forma di discriminazione sul lavoro che sia basata sull’orientamento sessuale o l’identità di genere. Un fenomeno sul quale non si hanno dati ufficiali, se non quelli dello studio “Io sono, io lavoro” realizzato nel 2011 da Arcigay con i finanziamenti del ministero Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. I dati riportati in quello studio dicono che il numero di persone che si è vista rifiutare il posto di lavoro per via del proprio orientamento sessuale ammonta al 13 per cento, ma sale al 45 per cento se si parla di persone trans. Inoltre, il 4,8 per cento delle persone intervistate si è vista licenziare in quanto trans e il 19,1 per cento riferisce di essere stato discriminato. Dati che si equivalgono in tutto il territorio italiano, senza specificità geografiche.
Le best practice delle aziende
Il “Vademecum” fornisce strumenti pratici ai lavoratori e alle lavoratrici che pensano di subire discriminazioni in quanto gay, lesbiche, bisessuali o trans, illustrando cosa fare davanti a problemi di questo tipo sul luogo di lavoro e a quali leggi appellarsi. Ma propone anche degli esempi di best practice elencando i casi specifici di aziende che hanno siglato accordi integrativi in cui si stabiliscono diritti per le coppie di fatto o per le famiglie lgbt. Come il caso di DHL che già nel 2014 prevedeva il congedo matrimoniale per le coppie gay e lesbiche che si sposavano o univano civilmente all’estero. Inoltre, il volume illustra quali di quali diritti godono i lavoratori e le lavoratrici omosessuali da quando è stata approvata la legge sulle unioni civili.
Le falsità della “teoria gender”
Il “Vademecum” illustra anche le ragioni che stanno alla base dell’invenzione della cosiddetta “teoria gender” e di cosa, invece, si occupano i progetti per le scuole ispirati agli studi di genere, ovvero “favorire il benessere di ogni singolo alunno, cercando di diffondere principalmente una cultura del rispetto e dell’inclusione partecipata e attiva”.
Quarantasette pagine di strumenti, consigli, buone pratiche e indicazioni precise, anticipate da un glossario che spiega ogni termine relativo alla comunità lgbt: dalla differenza tra transessuale e transgender a quella tra identità sessuale e identità di genere, passando per “queer” e “minority stress”.
Duemila copie solo a Torino
“Sono molto contento per diverse ragioni – ha dichiarato a Gaypost.it Alessandro Battaglia, coordinatore del Torino Pride -. La prima è che nonostante sia già successo che le nostre associazioni in Italia affrontassero il tema del lavoro, è però la prima volta che, attraverso diversi momenti di confronto, si è trovato il modo di mettere insieme le tre sigle sindacali”.
“La seconda è che già i sindacati torinesi distribuiranno al loro interno quasi 2000 copie del Vademecum – continua – con la possibilità di estendere la distribuzione a tutta la regione, coinvolgendo sia i delegati sindacali che gli uffici vertenze”.
Il Vademecum a disposizione di tutti
“La terza è che la presenza di Camusso potrà certamente dare un respiro nazionale al vademecum, aiutandoci a coinvolgere i vertici degli altri due sindacati e facendolo diventare uno strumento per tutta Italia – conclude -. Ed è per questo che metteremo a disposizione di tutte le associazioni italiane il file del vademecum in modalità open source perché possa diventare uno strumento utile e proficuo”. L’idea è quella di un lavoro “finalizzato al benessere della nostra comunità che anche nei posti di lavoro continua a vivere problemi e difficoltà spesso importanti”.
Oggi la presentazione
E ci sarà proprio Susanna Camusso, oggi alla presentazione del Vademecum sarà presentato, alle 14 presso l’Aula Magna del Campus Einaudi dell’Università degli Studi di Torino. A parlare di discriminazioni sul lavoro contro le persone lgbt, oltre al coordinatore del Torino Pride Alessandro Battaglia e alla segretaria della Cgil, ci saranno il responsabile del Coordinamento Diritti Uil Gabriele Guglielmo, Luca Rollè, ricercatore di Psicologia dinamica all’Università di Torino e Maria Cristina Terrenati della segreteria Cisl di Torino.