Ci sono Bebe Vio e Michelle Obama, le combattenti curde e la bimba che ha raccontato l’orrore di Aleppo con i suoi tweet. C’è Irene, la ragazza trans che per prima ha ottenuto una doppia sentenza che le permette di essere finalmente se stessa sotto tutti i punti di vista, e c’è Angela Merkel, la cancelliera tedesca. E poi, tra le 100 donne del 2016 nell’elenco stilato dal Corriere della Sera, c’è lei, Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno, che tutti hanno imparato a conoscere per la forza e la determinazione con cui ha portato avanti la battaglia per i diritti dei figli delle coppie gay e lesbiche. Ingegnera, 46 anni, Marilena Grassadonia è sposata con Laura Terrasi e insieme hanno tre figli: Flavio, il più grande, e i due gemelli Diego e Jordi.
Quando le abbiamo telefonato, ancora non ci credeva.
Cosa si prova a stare tra la first lady statunitense e la cancelliera tedesca, insieme alle donne curde?
Sono molto imbarazzata ed emozionata: sono perfino prima della Merkel (scherza, ndr)! Seriamente, però, devo dire una cosa. Sono consapevole del fatto che dietro quella foto non ci sono io: ci sono l’orgoglio e l’energia di migliaia di famiglie arcobaleno che ogni giorno lottano con tutta la forza possibile per il riconoscimento dei diritti dei loro figli. E ci sono tutte le persone che in questi mesi sono state accanto a noi e ci hanno supportato, perché da soli non possiamo arrivare da nessuna parte. Questa è un po’ la dimostrazione che si può ottenere una vittoria anche nella sconfitta. Perché per noi questa legge (quella sulle unioni civili, ndr) è una sconfitta dato che lascia fuori i nostri figli e i loro diritti. Ma siamo riusciti a fare arrivare alle persone le nostre storie e a far capire le nostre istanze. E questa è una vittoria.
Cosa salvi e cosa butti del 2016?
Butto via le cattiverie contro le nostre famiglie e i nostri figli che abbiamo sentito in parlamento, e non solo. Butto via lo sguardo che aveva mio figlio Flavio mentre guardava in TV il confronto tra me e Maurizio Lupi. Laura, che era con lui, era turbata. Lui le aveva detto: “Perché questo signore dice queste cose cattive? La mamma è lì per difendere noi”. Ecco, vorrei cancellare dagli sguardi e dai ricordi dei nostri figli tutte quelle cose brutte che hanno dovuto sentire su di loro e i loro genitori. E salvo il sorriso dei bambini e delle bambine di Famiglie Arcobaleno sul palco della manifestazione del 5 marzo a Piazza del Popolo. In quel momento loro, soprattutto, e le famiglie si sono riprese la dignità delle loro vite e delle loro storie. È stato un attimo bellissimo, di rivalsa.
E sul piano personale?
È stato un anno complesso, impegnativo. Capisci che da sola non vai da nessuna parte. Non mi aspettavo di poter raggiungere questi livelli, non pensavo di essere preparata a tanto. Ci ho buttato il cuore, questo sì, ho fatto quello in cui credo, dicendo quello che penso e di cui sono convinta. E credo sia questo che è arrivato alle perone: essere decisi, ma non aggressivi. Bisogna essere decisi, senza aggressività. È quello che è successo nel confronto con Gasparri, ad esempio, in cui lui è stato molto aggressivo.
Bisogna ricordarsi sempre che non dobbiamo chiedere favori a nessuno: noi dobbiamo pretendere rispetto delle nostre vite e dei nostri figli. Rispetto e diritti.
Cosa ti aspetti dal 2017?
Sarà un anno difficile perché potremmo pagare lo scotto dell’enorme impegno del 2016. Ma mi aspetto che la gente continui a camminare accanto a noi, che non vengano dimenticati i nostri figli. Continueremo a batterci per il riconoscimento della genitorialità alla nascita, a prescindere dal legame legale tra i genitori. Io divento responsabile dei miei figli nel momento in cui decido di diventare madre, poco importa che sia sposata o no con la mia compagna, che restiamo insieme o che ci separiamo: sei genitore dal primo momento e lo sei per sempre. Mi aspetto che vengano riconosciuti i diritti dei bambini che ci sono già, naturalmente. E mi aspetto di essere ancora all’altezza del compito di portare avanti queste battaglie.
Chi speri di non incontrare, l’anno prossimo?
Io incontro tutti, non mi spaventano i confronti. Ce ne sono stati di duri, nello scorso anno, come quello con Adinolfi in radio, o con Lupi a “L’aria che tira”. Lupi che non aveva il coraggio di guardarmi negli occhi. Ed è lì che capisci se hai difronte qualcuno che parla per pregiudizi.
Preferisco l’umanità di chi ha il coraggio di dirti le cose in faccia, guardandoti dritto negli occhi a chi, invece, fa dell’ideologia e dei pregiudizi la propria bandiera senza crederci fino in fondo.
In fine, cosa auguri ai tuoi figli per il 2017?
Cuccioli, ora mi sciolgo (ride, ndr)! Auguro loro tante giornate di sole come questa, che possano vivere in una società che ogni giorno acquisti qualcosa di più bello. Auguro loro di appassionarsi a tutte le cose che amano fare e di potersi esprimere liberamente. Auguro loro di essere sempre orgogliosi di raccontare la propria storia. E in ultimo, tanti sogni sereni, che per i bambini sono la cosa più importante.