L’estate prosegue, placida e calda, tra uno spritz, una passeggiata in montagna e una giornata al mare. E avete già visto tutti i precedenti cinque film a tematica gay e a tematica lesbica. E, giustamente, nelle ore più calde, volete rilassarvi con gli amici o con la vostra dolce metà in veranda oppure sotto il condizionatore. Concludiamo, quindi, i nostri “cinque consigli” cinematografici con altrettante pellicole a tematica trans, scegliendo quei film che ci faranno sorridere e riflettere allo stesso tempo. Ecco i nostri titoli per voi.
Cominciamo con un classico, Priscilla – La regina del deserto film australiano del 1994 con la regia di Stephan Elliott, nonché vincitore di un premio Oscar, l’anno successivo, per i migliori costumi. Priscilla è un film che tutti e tutte dovrebbero aver già visto e se non lo avete ancora fatto, è l’ora di correre ai ripari. Due drag queen e una donna trans vanno in giro per l’Australia a portare il loro show, ma le cose si complicano quando si scopre che uno dei protagonisti ha un figlio. Come si relazionerà con il suo nuovo ruolo di padre? E poi, indimenticabile, il ruolo di Bernadette – il personaggio trans, appunto – e il suo riscatto esistenziale. Imprescindibile, ancora, la scena di “brutta manza”. E non diciamo altro.
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Il tema della genitorialità torna in Transamerica, pellicola del 2005 diretta da Duncan Tucker. Ma se in Priscilla è un maschio gay a confrontarsi con il suo essere padre, qui tocca alla protagonista – Sabrina “Bree” Osbourne, donna transgender raffinata, colta e in attesa della transizione – mettersi in gioco nel ruolo genitoriale. E quando hai un figlio da recuperare al carcere minorile, non è un’esperienza semplice. Comincia così un viaggio coast to coast tra Brie e il giovane Toby in cui entrambi troveranno una parte di sé, forse quella più vera. Quella che passa per la verità che può fare anche male, ma che fa dell’autodeterminazione un valore imprescindibile. Da vedere, fosse non altro per un lieto fine che nulla ha a che vedere con la classica narrazione hollywoodiana.
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E a proposito di autodeterminazione e di costruzione della propria identità, sebbene il film non sia propriamente a tematica trans, la figura di Agrado rappresenta uno dei personaggi più riusciti nella storia del cinema per parlare dell’essere “persone autentiche”. Pedro Almodovar ci regala, con il grande classico contemporaneo che è Tutto su mia madre (1999) ambientazioni che rapiscono e colori sgargianti, in una storia assoluta. Oltre a protagoniste di peso, quali Huma, Manuela e Rosa. Ma la scena del teatro, in cui Agrado – appunto – racconta come ha “costruito” se stessa, vale da sola tutto il film. E riportiamo una battuta su tutte: «L’unica cosa autentica che ho sono i sentimenti e i litri di silicone».
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Se invece volete rivivere, sebbene in chiave romanzata, quello che accadde a New york nel 1969, il film Stonewall – quello del 1995, girato dal regista britannico Nigel Finch – è quello che ci vuole. Pellicola che non solo porta in scena una ricostruzione di quei giorni, ma che gioca con i generi, rendendo sottile il confine tra maschile e femminile, soprattutto nella scena della caserma: come quando il dottore, alla visita medica, chiede a Matty – uno dei protagonisti en travesti – cosa si sente, se uomo o donna. E lui risponde: «La condizione in cui vivo io è un’altra: a metà tra mascolinità e femminilità». Il medico chiede quale e la risposta arriva, implacabile: «La favolosità!».
Concludiamo, infine, con un omaggio alla letteratura. E non possiamo non citare la splendida pellicola girata nel 1992 da Sally Potter, dal titolo Orlando, interpretata da una sublime Tilda Swinton. La storia è quella di un nobiluomo del tardo cinquecento: Elisabetta I d’Inghilterra gli ordina di non diventare mai vecchio e lui obbedisce. Comincia così la sua storia, attraverso i tempi e le nazioni, e il nobile Orlando arricchisce la sua esperienza. Esperienza che non può essere completa, se non arriva la sperimentazione dell’altro da sé. E così, un bel giorno, si sveglia “trasformato” in donna. Da un romanzo di Virginia Woolf. Imperdibile.
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