«Usare l’abuso dei minori per inoltrare un’agenda omofobica non serve alla protezione dei minori».
Con queste parole rilasciate attraverso un tweet, Marie Collins, irlandese vittima di abusi sessuali da parte di un prete quando aveva tredici anni e membro della Commissione pontificia anti abusi dalla quale si è dimessa denunciando omissioni in Curia, dice stop alle strumentalizzazioni.
Heterosexuals can be predators, homosexuals can be predators. Abuse of vulnerable young men is obviously more frequently by the latter. But using abuse of minors to forward a homophonic agenda does no service to child protection. https://t.co/PATSIHThQa
— Marie Collins (@marielco) 21 febbraio 2019
«Gli eterosessuali possono essere predatori, gli omosessuali possono essere predatori» continua, «l’abuso di giovani vulnerabili è ovviamente più frequente da parte di questi ultimi». Un monito quello della Collins che esorta quindi a mettere in atto concretamente «misure concrete ed efficaci» per arginare la pedofilia.
Proprio oggi, in concomitanza del summit sulla “protezione dei minori” in Vaticano esce Sodoma, libro del giornalista francese Fredric Martel che sostiene che l’omosessualità sarebbe la chiave per decriptare fatti e segreti della Chiesa contemporanea e dice, senza fare nomi, che l’80% dei sacerdoti che lavorano in curia sarebbe omosex.