Ci sono persone, cose e luoghi che stanno sempre là. In un angolo della coscienza, pronte a tornare quando è il momento opportuno. Con Stefano era un po’ la stessa cosa. Era lì, sui social, ogni tanto mi metteva un like, ogni tanto un cuore. Poi, in estate, lo rivedevi ai pride. Con il suo gruppo di amici, con i nastri rainbow a colorare il mondo. E se i tuoi occhi si incrociavano ai suoi, c’era sempre un sorriso, una parola gentile, un abbraccio. Era fatto così.
Un sorriso buono e accogliente
Stefano era lì, da qualche parte della coscienza, alla periferia della tua vita e al centro della sua, com’era giusto che fosse. Lo conobbi a Roma, una tarda primavera di qualche anno fa. Ci eravamo incrociati più volte, su Twitter, e decidemmo di incontrarci. Un caffè insieme, tra chiacchiere e sorrisi. Mi colpì molto la sua gentilezza. E tutte le volte che ci siamo incrociati negli anni a seguire – per pochi secondi, di solito, in viale dei Fori Imperiali al Roma pride – c’era sempre lo stesso sorriso. Buono, accogliente.
La notizia della scomparsa, sui social
Poi oggi su Twitter si è diffusa la notizia. Oggi su Twitter ho scoperto che non ci sei più. Per colpa di male crudele, che non ha lasciato scampo. E mi spiace un sacco, Stefano. Davvero. Un sacco. Perché questo mondo crudele e incattivito – e lo dico fuori da ogni retorica – aveva (ha) bisogno di più gentilezza. La tua. E oggi sui social quella comunità che di solito percepiamo un po’ sgangherata, un po’ individualista e a volte distratta, la tua comunità si è accorta della tua assenza. E ha reagito, compatta. Prima col dolore, poi con un piccolo miracolo.
La gara di solidarietà per sconfiggere il cancro
Lorenzo, Alessio e Lucia, infatti, hanno aperto una pagina su Facebook, In memoria di Stefano. «Salve a tutti» scrive proprio Alessio, uno degli amministratori «io, Lucia Della Casa e Lorenzo Taiarol abbiamo pensato di raccogliere dei fondi per la ricerca sul cancro per ricordare Stefano. Qui potete trovare il link per donare all’AIRC. Qui potete trovare il link per donare al centro oncologico di Parma, dove si può anche firmare e dedicare dei mattoncini che poi resterebbero a memoria nel centro. Ci sembrava il modo migliore per rendergli omaggio, visto che non ci sarebbero parole giuste per rendere giustizia all’uomo che era».
Una comunità in marcia
Nel giro di poche ore, le donazioni hanno dunque raggiunto i 1.000 euro. Quella comunità che marciava insieme a Stefano – e al suo compagno Byron – per i pride e che interagiva insieme a lui sui social e altrove, ha sentito il dovere di ricordarlo. Forse, nel modo in cui sarebbe piaciuto maggiormente a lui: donando una speranza. Con la solidarietà. Gabriele, uno dei suoi amici, commenta così la notizia del primo traguardo, con le donazioni: «Era un uomo meraviglioso, tanto tanto generoso. Non si può che rispondere con generosità».
Ciao Stefano, il tuo sorriso è ancora lì
La notizia di una morte non è solo triste, per quello che mi riguarda. Mi lascia una profonda frustrazione, perché la morte ha l’ultima parola ed è difficile parlarne, senza scivolare nella retorica. Mi piace pensare a due cose, tuttavia: ad una marcia, in mezzo all’arcobaleno, che è divenuta una piccola grande gara di solidarietà. Mi piace pensare a Stefano tra le nuvole, a far roteare i suoi nastri arcobaleno e a esser fiero delle persone che lo hanno omaggiato così. E mi piace pensare che in quell’angolo della coscienza ci sarà sempre. Perché, nella memoria delle cose belle, lì la morte ha poco da dire. E il suo sorriso è ancora lì, capace di costruire bellezza.