“Il rischio di suicidio e di comportamenti pericolosi per la vita è più elevato tra gli adolescenti appartenenti alle minoranze sessuali”. E’ la conclusione di uno studio dell’università di Milano-Bicocca, pubblicato di recente su “Jama Pediatrics” e descritto dall’ateneo oggi in una nota che l’agenzia ADNkronos riporta. Secondo i calcoli degli autori della ricerca “i teenager appartenenti al gruppo complessivo delle minoranze sessuali mostrano un tasso di rischio di suicidio 3 volte e mezzo superiore rispetto ai loro coetanei eterosessuali (Odds Ratio, OR 3.50)”.
Trans ancora più a rischio
Tra gli altri, i più a rischio sono gli adolescenti e le adolescenti trans. “I dati dimostrano che gli adolescenti transgender sembrano i più afflitti dal fenomeno (OR 5.77), seguiti dai bisessuali (OR 4.87) e dagli omosessuali (OR 3.71)” prosegue la nota. Il suicidio è la seconda causa di morte tra gli adolescenti a livello mondiale, ricordano gli esperti. Un dato, quello dell’elevato rischio di suicidio tra i ragazzi e le ragazze lgbt, noto da tempo anche grazie a ricerche svolte all’estero, specialmente negli Usa, ma gli studiosi della Bicocca spiegano che “per la prima volta è stata compiuta una più precisa valutazione dell’entità del fenomeno”.
Un campione di 2,5 milioni di ragazzi
La ricerca di Ester di Giacomo, psichiatra e dottoranda in Neuroscienze del gruppo guidato da Massimo Clerici, docente di Psichiatria e direttore della Scuola di specializzazione in Psichiatria della Bicocca, ha preso in esame 35 studi accademici sul tema e un campione di quasi 2 milioni e mezzo di adolescenti tra i 12 e i 20 anni, di 10 nazionalità diverse. I fattori di rischio più noti per suicidio, elencano dalla Bicocca, sono: tentativi di suicidio precedenti; una storia di malattia psichiatrica, specialmente depressione, psicosi e alcuni disturbi di personalità; essere vittime di bullismo, abuso e trauma infantile. La dottoressa di Giacomo spiega che l’identità di genere “fa parte dell’io e contribuisce al pieno sviluppo di un essere umano adulto”.
Intervengano la scuola e la sanità
“Anche se le sue radici affondano nell’infanzia – continua la psichiatra -, l’orientamento sessuale si esprime pienamente durante l’adolescenza, soprattutto a causa dell’inizio del desiderio sessuale. Gli adolescenti omosessuali, bisessuali e transgender sono generalmente a più alto rischio di isolamento, esposizione alla violenza, e stigmatizzazione, sia autoinflitta che inflitta da pari o familiari”. Da qui l’elevato rischio di tentativi di suicidio, maggiore rispetto ai coetanei eterosessuali. “Dati tali risultati – commentano di Giacomo e Clerici – una maggiore consapevolezza ad opera dell’opinione pubblica e un adeguato sostegno centrato su sforzi di inclusione e destigmatizzazione dovrebbero essere obiettivi dei Piani progettuali nelle aree della Pubblica istruzione e della Sanità”.