“Non possiamo rimanere con le mani in mano” denuncia di Arcigay Torino a seguito dell’aggressione a sfondo omofobico avvenuta sabato 21 luglio nei confronti di giovane gay.
La vicenda si è consumata in tarda serata all’uscita della metro Marconi. Il diciannovenne, insultato da parte di cinque persone per il suo modo di camminare, ha reagito rispondendo alle provocazioni del gruppo. Ciò ha tuttavia scatenato la violenza di due di quei ragazzi i quali si sono scagliati sulla vittima con calci e pugni facendogli perdere la coscienza. Alla fine, dopo un ricovero all’ospedale Molinette, è tornato a casa con una frattura scomposta alla clavicola, una alla testa e una sul piede.
“Nell’attuale momento storico-politico nazionale, che a livello istituzionale punta a legittimare la violenza contro chi è diverso, non possiamo restare a guardare” dichiara Francesca Puopolo, presidente di Arcigay Torino, che definisce allarmante l’incremento di aggressioni e discriminazioni rivolte a persone LGBT delle ultime settimane.
“Torino si è sempre distinta per le buone prassi e le azioni di contrasto alle violenze e alle discriminazioni -prosegue Puopolo-, per questo siamo fiduciosi che verrà fatta chiarezza sul caso e auspichiamo che le forze dell’ordine possano risalire agli aggressori. Ci uniamo inoltre all’appello della vittima nella ricerca di testimoni che possano riportare alcuni fatti del caso e ci appelliamo alla coscienza di chiunque si trovi ad assistere ad episodi di violenza: non si può restare in disparte, in silenzio. Se si resta a guardare, si è complici“.
Oltre ad offrire sostegno legale alla vittima, Arcigay Torino ha annunciato un presidio davanti alla Casa del Quartiere di San Salvario, spazio pubblico multiculturale nel cuore della città, invitando la comunità a manifestare la propria vicinza al ragazzo. L’appuntamento è per domenica 29 luglio alle 15:00.
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