Aggressione omofoba in provincia di Lecce, ai danni di Antonio Paladini, titolare di un locale Lgbt-friendly, il Barattolo Sud a Leverano. «La sera dell’aggressione Paladini e una dipendente sono stati presi di mira dai tre uomini, seduti a un tavolo» riporta Repubblica.it, «che urlavano frasi provocatorie e insulti omofobici. Il titolare li ha invitati ad allontanarsi e a quel punto è stato accerchiato, preso a spintoni e poi scaraventato su un tavolo. Le urla hanno richiamato i titolari della vicina pizzeria, che sono intervenuti in suo soccorso e hanno messo in fuga gli aggressori».
L’accusa di aggressione e apologia di fascismo
Presentata la denuncia alle forze dell’ordine, la Digos ha inviato le indagini che hanno portato a formalizzare le accuse nei confronti di tre uomini: «Gli indagati sono A D., imprenditore di 58 anni di Leverano, P.C. 49 anni, originario di Santa Maria Capua Vetere e in servizio come poliziotto penitenziario a Parma, S.S. 69 anni di Carmiano (Lecce) che risponde anche di apologia del fascismo». Secondo la ricostruzione della dinamica dell’aggressione, «quest’ultimo infatti, all’invito dell’esercente di lasciare il locale, ha urlato “Siamo fascisti”».
Il locale di Paladini, si apprende ancora, è una succursale del Barattolo di Bologna. Esso si definisce safe, queer e antifa. Sempre stando a Repubblica.it, «la comunità di Leverano ha subito condannato il gesto collaborando attivamente alle indagini coordinate dalla procura della Repubblica di Lecce».