Abbiamo già parlato in un paio di occasioni del convegno che si è tenuto in Campidoglio contro la gestazione per altri, proponendola come pratica sempre violenta e sempre lesiva della dignità delle donne. A strascico di quell’evento, portato avanti in maniera poco credibile da un’amministrazione che vorrebbe chiudere realtà come la Casa delle donne e sgomberare il centro antiviolenza Lucha y Siesta, si colloca un video di Alessandra Maiorino, portavoce M5S al Senato della Repubblica Italiana, che ha voluto salutare le relatrici di quell’appuntamento.
A voler essere benevoli il video è imbarazzante. Nonché permeato da una evidente ignoranza dei fenomeni che si vogliono affrontare in quasi un quarto d’ora di registrato. Innanzi tutto nella parte legata all’attacco al sex work, laddove l’esponente grillina bolla tutto questo tipo di lavoro come scelta mai libera, anche quando tale scelta è fatta liberamente. Qui, è evidente, si cade nell’aporia, ma è anche vero che stiamo parlando del partito del “mandato zero”, per cui Alessandra Maiorino non deve aver avuto difficoltà a sostenere contemporaneamente una cosa e il suo esatto contrario.
E il ridicolo Alessandra Maiorino lo tocca laddove ci racconta di una parte della sua vita. Non certo per quanto ha vissuto, che è degno di rispetto, ma per la lezione di vita che intende darci. Neanche a dirlo, l’esponente grillina ha amici gay (saranno gli stessi di Giorgia Meloni e Salvini?) che a suo tempo le hanno chiesto di diventare la madre dei loro figli. Idea che i tre accarezzano a lungo, ma che poi – per ragioni che non serve indagare – rimane tale, senza concretizzarsi. Maiorino, a questo punto, scopre l’acqua calda: ad un bambino non manca nulla, se cresciuto in un ambiente circondato da amore e rispetto. Peccato che a questa cosa ci siano arrivati studi trentennali sui figli delle famiglie arcobaleno. Anche su quelli avuti con la gestazione per altri.
Quindi l’affondo finale: con questo tipo di gestazione per altri, lei, la portavoce del M5S al Senato, è assolutamente d’accordo. Peccato che questa non sia gestazione per altri, ma un progetto di genitorialità allargata, che comprende sia la figura di due genitori dello stesso sesso, sia della madre biologica del nascituro, che rientra a far parte a pieno titolo della vita del bambino. La Gpa è, però, un’altra cosa. Si può anche essere in disaccordo, va da sé. Ma è altro. Prevede una donatrice di ovulo, una portatrice che porta avanti la gravidanza e una coppia di persone (dello stesso sesso o eterosessuali) che per legge, laddove è previsto, diventeranno gli unici genitori effettivi dell’infante verrà al mondo.
Nel discorso conclusivo Maiorino ricorda Aristotele e il suo pensiero sul corpo della donna, vista come portatrice della materia inerte nel processo della riproduzione. «Un forno di terracotta in cui si cuoceva la vita», dice testualmente. A questa impostazione, Maiorino – più che indignata, e giustamente – dice no: non si torna indietro, la donna non è un fornetto. Peccato che non è questo l’approccio da parte di quei padri gay che, proprio in assenza di una legge italiana, non possono fare altro che andare all’estero per avere figli. E, dunque ancora una volta proprio i padri gay, in quel discorso in cui si citano i fantomatici amici omosessuali, vengono involontariamente dipinti come sfruttatori del corpo femminile. Basterebbe invece conoscere le relazioni esistenti tra certe coppie e le portatrici per renderci conto che la situazione è ben diversa da come descritta da Maiorino e da certi convegni.
Alessandra Maiorino ha riproposto, insomma, una semplificazione che fa solo confusione, in un momento in cui le Famiglie Arcobaleno sono nel mirino di provvedimenti ingiusti e di una burocrazia che andrebbe radicalmente adeguata. Possibilmente con leggi nell’interesse dei bambini e delle bambine che vivono in quelle famiglie. Ma per far questo ci vuole cultura politica adeguata, disponibilità all’ascolto e conoscenza profonda della materia trattata. Elementi che, le cronache degli ultimi anni lo dimostrano, spesso sono mancati nel M5S. Almeno si temi Lgbt+.
Ricordiamo che Alessandra Maiorino ha presentato in Senato un disegno di legge per i diritti delle persone Lgbt+ contro l’omo-transfobia. Se queste sono le premesse, è il caso che la senatrice venga consigliata da persone che, rispetto a lei, sanno quali sono le questioni in gioco. E quei no, senza se e senza ma, contro la Gpa rappresentano una forma di omofobia come un’altra. Forse sarebbe il caso di parlare un po’ di meno e approfondire.
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