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Anna e Valentina non erano “amiche”: erano compagne e sono morte

Anna Parodi e Valentina Schenoni erano due ragazze molto giovani, di 23 e 26 anni rispettivamente. Sabato scorso, mentre andavano in auto verso la loro vacanza, insieme ai loro due cani, un terribile incidente stradale (le cui dinamiche sono ancora da chiarire) ha spezzato le loro vite e i loro sogni.

Anna Parodi e Valentina Schenoni in una foto pubblicata su Facebook

Vivevano ad Acquasanta, nel comune di Mele, le due ragazze e, un po’ la loro giovanissima età, un po’ la tragedia dell’incidente, la notizia della loro scomparsa ha scosso molti ed ha fatto il giro dei quotidiani per un paio di giorni, complice il fatto che mentre Anna è morta sul colpo, Valentina è stata trasportata in ospedale e sottoposta ad un delicatissimo intervento al cervello nel disperato tentativo di ridurre una emorraggia cerebrale e salvarle la vita. Tentativo vano, purtroppo. Questi i fatti. Poi c’è la narrazione mediatica ed è un’altra cosa.

Valentina e Anna erano una coppia, da qualche tempo vivevano insieme, tra loro c’era una storia d’amore, una relazione. Peccato che quasi nessun giornale (eccezion fatta per il Secolo XIX) racconti questa parte della storia, mentre raccontano che lavoro faceva Anna e perfino la madre, oltre a precisare che i due cani erano due pitbull. Qualcuno, come Genova Today, non accenna per nulla a nessun tipo di rapporto tra le due ragazze (manco una delle due avesse fatto l’autostop finendo per caso sull’auto dell’altra), qualcuno, come Repubblica, recitando un copione che pensavano ormai accantonato, le definisce “amiche”. Solo questa mattina, a tre giorni dai fatti, Repubblica parla finalmente di “compagne”. Nell’Italia mediatica del 2016, l’amore tra due donne è ancora un tabù e non si racconta, quando la cronaca costringe a parlare delle vite di quelle due donne. Eppure, basta dare un’occhiata ai profili Facebook delle due ragazze, come si fa sempre in questi casi, per capire che la loro storia non aveva nulla di segreto e nulla da nascondere.

Ma succede così, quando a finire sulle pagine dei giornali non è una coppia etero: si diventa “amiche” o “amici” negando perfino davanti a una tragedia come quella di Anna e Valentina, la dignità del loro legame, quasi dovesse essere taciuto, quasi sminuisse il pathos e l’empatia che si può provare verso le loro famiglie la cui vita è stata sconvolta per sempre. Non erano “amiche”, Anna e Valentina, erano compagne. E vogliamo leggerlo, quando si parla di loro, esattamente come abbiamo letto e leggiamo le storie private delle vittime (etero) di Dacca o di chi perde la vita in incidenti simili, solo per fare due esempi. Nell’Italia mediatica del 2016, quella che per mesi ha dovuto raccontare le storie delle famiglie arcobaleno, delle coppie gay o lesbiche i cui diritti venivano negati dall’assenza di una legge che ora (con tutti i suoi pro, i suoi contro, le sue tremende lacune e con tutta la lentezza del caso), invece, c’è.

Pensavamo che, nell’Italia mediatica del 2016 che nel bene e nel male ha affrontato per mesi questo dibattito, scrivere “Anna e Valentina erano una coppia” non fosse più un tabù. Un dibattito, va detto, in cui in realtà le donne non hanno avuto molto spazio, concentrati com’erano tutti a parlare dell’unica cose di cui la legge non si occupa: la gestazione per altri (e, quindi, secondo la narrazione dominante, dei padri gay). E quindi, nell’Italia mediatica del 2016, non c’è ancora spazio per una coppia lesbica e la sua quotidianità, o almeno non abbastanza, non quanto ce n’è per una coppia etero di cui spesso ci sentiamo raccontare perfino particolari superflui e ininfluenti, al limite o oltre il limite della morbosità e del voyerismo, quello che non andrebbe mai superato.

Anna Parodi e Valentina Schenoni avevano 23 e 26 anni, si amavano e, insieme ai loro due cani, stavano andando in vacanza, dalla Liguria alla riviera romagnola. Un terribile incidente stradale ha messo fine alle loro vite. E al loro amore.

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