Un inizio d’anno burrascoso per ArciLesbica, la più grande associazione di donne omosessuali d’Italia, reduce da un congresso nazionale molto discusso.
Tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, infatti, ben tre circoli territoriali hanno diffuso comunicati stampa in cui delineano il loro futuro.
Tra questi, ArciLesbica Udine che in un comunicato pubblicato sulla propria pagina Facebook il 31 dicembre rende nota la decisione del direttivo di autosospendere l’associazione da ArciLesbica Nazionale, a seguito proprio dell’esito del congresso e delle tesi risultate vincitrici. Tesi da molti ritenute escludenti nei confronti di alcune categorie di donne.
“Per il nostro circolo è di fondamentale importanza far sentire tutte le socie parte integrante di questa associazione, e questo preclude alla discriminazione, al non ascolto di altri modi di vivere la stessa realtà, quindi, nel rispetto delle prerogative congressuali il Direttivo di ArciLesbica Udine decide di valutare la permanenza del circolo in ArciLesbica”. Ragione per cui si dispone, continua la nota, l’autosospensione immediata e si convoca un’assemblea che sarà chiamata a convalidare o a smentire la decisione. Udine è il secondo circolo che si autosospende dopo il congresso dello scorso dicembre. Il primo è stato quello di Perugia, nei giorni immediatamente successivi.
Sceglie, invece, di chiudere del tutto i battenti il circolo di Treviso. Anche in questo caso, la decisione è stata comunicata via Facebook, ma senza chiarire bene le ragioni che hanno spinto le socie a questo punto. “Care tutte e tutti – si legge nel post datato 1 gennaio -, con questo nuovo anno, il circolo ArciLesbica Queerquilia chiude. Ringraziamo tutte le persone e i soggetti che ci hanno seguito, che ci hanno supportato, che ci hanno attraversato, con cui abbiamo collaborato”.
“Auguriamo alle associazioni, ai soggetti, alle persone che si occupano nel territorio delle istanze delle donne, e delle persone lgbt – continua il post -, di continuare il loro percorso di formazione, informazione, partecipazione e lotta, per promuovere una cultura di inclusione e rispetto delle differenze”.
Il testo si conclude con una citazione:”Ho finalmente trovato la mia risposta a quella domanda: chi ti credi di essere? Sono chiunque dico di essere” (America Ferrera). Gaypost.it ha contattato Queerquilia per avere maggiori informazioni e attendiamo una risposta.
È stato pubblicato quando il 2018 era cominciato da pochi minuti il comunicato di ArciLesbica Bergamo. La nota spiega che la maggioranza delle socie aveva votato la tesi che poi ha perso il congresso intitolata “riscoprire le relazioni”. “Tuttavia, diamo atto che esiste una piccola minoranza interna al Circolo che ha partecipato alla redazione del documento “A mali estremi, lesbiche estreme” e ne condivide i contenuti.
“Questo Direttivo, nonostante la più volte dichiarata pluralità di pensiero, intende portare avanti la scelta politica della maggioranza delle socie di ArcilesbicaxxBergamo – spiega il comunicato -, così come dichiarato pubblicamente subito dopo il Congresso Nazionale”. Nessuna autosospensione, dunque, né rottura formale con la segreteria nazionale, ma l’annuncio che, nonostante la linea che ha vinto il congresso a Bergamo si seguirà la politica indicata dall’altra tesi. “Riteniamo – concludono le socie bergamasche -che l’essere o il definirsi “estreme” non ci appartenga”.
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