Nei giorni scorsi si è consumato l’ennesimo attacco alla comunità trans+. Questa volta, a mettere in discussione il diritto all’autodeterminazione di genere è stata l’associazione ProVita&Famiglia che si è scagliata contro le carriere alias nelle scuole.
La carriera alias è quel percorso che permette a studenti e studentesse trans di vivere all’interno della comunità scolastica in maniera conforme alla propria identità di genere, a partire dall’utilizzo del nome di elezione invece che di quello assegnato alla nascita. Le prime carriere alias sono state avviate in alcune università italiane ormai molti anni fa. Da qualche tempo, la pratica virtuosa di rendere le scuole luoghi sicuri anche per le persone trans è sbarcata anche negli istituti superiori con l’adozione di appositi regolamenti.
ProVita ha iniziato una vera invettiva contro le carriere alias mandando diffide a ben 150 istituti superiori e intimando l’annullamento delle carriere alias. Con buona pace dell’autonomia scolastica oltre che della serenità di chi frequenta quegli istituti.
“Da anni la comunità trans si batte per l’adozione della carriera alias nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, per garantire diritti civili e sociali insieme – si legge in un documento scritto dalle associazioni GenderX e Libellula a cui hanno aderito circa 60 tra associazioni e collettivi, oltre a diverse persone a titolo individuale.
“La carriera alias – spiegano le associazioni – non si limita alla sostituzione di nomi e pronomi sui registri di classe, ma mira a creare un ambiente scolastico sicuro e accogliente per lз studentз trans* e non binarз, costituendo un forte deterrente all’abbandono scolastico e più in generale una tutela del benessere psico-fisico dellз studentз”.
Un discorso che può essere calato anche nei luoghi di lavoro, spiegano “dove le normative vigenti troppo spesso vengono ignorate, portando a una totale mancanza di tutele e privazione del diritto”.
Certo, la carriera alias non risolve tutti i problemi delle persone trans. Anzi, sottolineano ancora le associazioni “è un palliativo a fronte di una legge, la 164 del 1982”. Una norma che, a suo tempo, fu pioneristica, ma che è ormai superata e inadeguata. “Abbiamo bisogno di una legge sull’affermazione di genere che superi l’attuale legge 164, così da permettere rettifiche del genere all’anagrafe più rapide – si legge nella nota -, mandando in pensione le carriere alias. Non vogliamo più dover passare dai tribunali, che decidono per noi sul nostro corpo. Sappiamo che ci vorrà tempo, perciò intanto difenderemo ovunque questo strumento minimo di tutela delle nostre vite, continuando a informare e a formare nei luoghi in cui studiamo, lavoriamo, pratichiamo sport, socializziamo, per difendere il diritto all’autodeterminazione di tutte le persone”.
“Se ProVita & Famiglia Onlus si preoccupa di tutelare la vita, dovrebbe tutelare tutte le vite, non solamente quelle che ritiene degne. Tutte le vite sono degne – scrivono ancora -. Bullismo e discriminazione sono sinonimi, solo che il primo si presume derivi dai pari. Il secondo può arrivare anche dalla mancata garanzia di un diritto da parte dello Stato”.
Ma qual è il rischio reale che si corre se gli istituti decidessero di annullare la carriera alias?
“Se anche solo una di queste scuole accogliesse la diffida o si lasciasse intimidire da questa, se anche solo unə studentə non avesse la possibilità di frequentare l’istituto scolastico nel pieno esercizio della sua libertà – spiegano le associazioni -, questo costituirebbe una grave mancanza di tutele ed un pesante precedente di limitazione delle libertà individuali”.
Da qui l’appello al ministro Valditara a cui le associazioni chiedono “di garantire a tuttз lз studentз, in tutti gli istituti scolastici del territorio nazionale, la possibilità di attivare la carriera alias e di prendere provvedimenti di fronte ad episodi di discriminazione a sfondo transfobico compiuti all’interno dell’ambiente scolastico. È inammissibile che sia un’associazione oscurantista, o qualche componente del personale scolastico, ad avere la possibilità di interferire con le nostre vite”.
Il riferimento è ad alcuni casi recentemente venuti alla luce. Tra questi quello dell’insegnante che ha rifiutato il compito di uno studente che aveva firmato con il nome di elezione proprio appellandosi alla carriera alias.
La famiglie sono tutte diverse. I diritti, invece, devono essere tutti uguali. E' questo il…
La notizia è di pochi minuti fa: Torino ospiterà l'Europride a giugno del 2027. Per…
Una bufala che sta circolando, durante queste Olimpiadi, è quella del “not a dude”. Stanno…
Ammetto che ieri guardavo un po’ distrattamente la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi a Parigi. Sono…
Il comune di Catania nega la carriera alias alle persone transgender e non binarie della…
Ce lo ricordiamo tutti, Ignazio Marino, allora sindaco di Roma, che trascrive pubblicamente 16 matrimoni…