Chi mi conosce nella vita reale – e chi negli scorsi anni mi ha seguito su queste pagine e adesso su Instagram – sa quanto forte fosse in me fin da adolescente il desiderio di diventare padre. Il 6 maggio di sei anni fa tu, Luca, mi hai fatto il dono più grande: mi hai reso padre venendo al mondo. Forse padre lo ero già prima del tuo arrivo, tanto era stato per anni il desiderio di esserlo. Forse lo sarei stato anche se non avessi avuto la fortuna di avere nella mia vita te e Alice. Ma da quel giorno è cambiato tutto, perché anche se è banale da dire, quasi stucchevole, mi hai reso e mi rendi una persona migliore.
In queste settimane di isolamento forzato ho riscoperto il piacere di stare insieme senza fretta, senza l’ansia di aver dimenticato qualche impegno di lavoro, gustandomi appieno il “qui e ora”, facendomi travolgere da tutto l’amore che tu sai dare. Sensazione che avevo vissuto in quei mesi di simbiosi perfetta nel tuo primo anno di vita e che è ritornata prepotente, come una petite madeleine di Proust. La mia felicità è quel momento solo nostro ogni mattina in cui siamo soli per una o due ore mentre Sergio e Alice dormono, e ci coccoliamo, ridiamo, giochiamo a carte (hai anche imparato a giocare a poker e speriamo che non lo scoprano mai gli assistenti sociali o gli insegnanti!)…
Che augurio posso farti oggi che compi sei anni figlio “mio”? Di continuare a scegliere questa tua strada, quella che ti porta ad essere riflessivo ma autentico, pieno zeppo di amore verso gli altri ma puntuale nei giudizi. Un bimbo che maneggia già con cura le parole e i sentimenti, e che ha un senso critico spiccato che a volte ci spaventa, ma solo perché scava nel profondo in modo netto e sincero.
Ti voglio bene Luca, buon sesto compleanno!
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