Integrazione, differenze, cultura dell’altro e pace: Disney e Pixar lanciano Luca che già è stato ribattezzato “Calamari by your name” facendo il verso al lungometraggio di Guadagnino “Call me by your name”, di cui parliamo qui.
La polemica omofoba (un po’ di spoiler)
Non ne sentivamo la mancanza: in una Italia anni Sessanta, da cartolina della Riviera Ligure arrivano due ragazzini che sono differenti e che questa differenza la nascondono per i soliti motivi, paura dei pregiudizi e di non essere accettati. Non dirò perché sono diversi, anzi sì: sono mostri marini in mezzo agli abitanti di una borgata di pescatori.
All’indomani dell’uscita del cartone animato su Disney+ ecco che sui social si parla del sotto testo: la storia d’amore tra loro due e addirittura il New York Times incalza scrivendo “Calamari by Your Name”. Ma Luca, di Enrico Casarosa, tra le canzoni di Morandi, Mina e Bennato racconta con passione, e fa commuovere, il solito vecchio scontro tra buoni e cattivi presente in tutti i film prodotti negli ultimi ottant’anni.
Di che parla davvero Disney Pixar “Luca”
L’estate all’italiana tra mare e piedi nudi, il gelato e la Vespa (product placement grandioso), cielo stellato e pasta al pesto fa da cornice a una storia di integrazione tra culture diverse che alla fine smantella la paura dell’altro. Una specie di Sirenetta al contrario in cui nessuno deve fingersi diverso da com’è o rinunciare alla propria voce per amore. Qui comunque c’è il trailer.
Luca è una storia che insiste sulla pacifica convivenza e sull’amicizia che inneggia alla crescita personale, alla volontà di emanciparsi e di scoprire le grandiosità del futuro. Ci sarà anche un livello di lettura sotterraneo: e anche fosse? Disney non si preoccupa di certo di raccontare storie Lgbt+.
Per esempio c’è Out del 2020, ecco il trailer, ma anche il coming out di un personaggio della serie Disney Andi Mack di cui parliamo qui.
Anche diamoci una calmata.