Carlo Calenda promette che, se sarà sindaco di Roma, riconoscerà i figli delle famiglie arcobaleno.
“Sono favorevole a qualsiasi tipo di famiglia – ha dichiarato il candidato al Campidoglio, secondo quanto riporta l’Ansa -. La società si evolve e con questa anche le abitudini e le vite delle persone. Per questo credo sia arrivato il momento di chiarire una questione a me cara e che riguarda da vicino anche Annalisa Scarnera, imprenditrice, fondatrice della gay street romana e candidata come consigliera all’assemblea capitolina nella lista Calenda Sindaco”.
Calenda: “Dove c’è amore, c’è famiglia”
“La realtà ci insegna che dove c’è amore c’è famiglia – prosegue l’ex ministro – per questo ritengo sia arrivato il momento che l’anagrafe di Roma apra definitivamente alla possibilità di ottenere la trascrizione dei certificati dei bambini nati all’estero dalle famiglie arcobaleno”.
La stragrande maggioranza di figli di coppie lgbt nati all’estero, vengono al mondo grazie alla gestazione per altri che in Italia è vietata.
“Io, da Sindaco, mi impegnerò – conclude – per far sì che ad ogni bambino venga dato il diritto di avere una famiglia e che questa venga legalmente riconosciuta. Esistono tanti tipi di famiglie, è ora di prenderne atto”.
I bambini nati in Italia
Calenda parla di trascrizioni e non chiarisce come intende comportarsi con i bambini delle famiglie arcobaleno nati in Italia e, quindi, con le iscrizioni ex novo di figli di due mamme. Certo, ribadire che “ogni bambino venga dato il diritto di avere una famiglia” lascia intendere un’apertura anche in questi casi.
Quando Calenda firmò l’appello contro la gpa
La posizione di Calenda rispetto alle famiglie arcobaleno non è sempre stata così aperta. Nel 2019 l’ex ministro del lavoro aveva firmato un appello che si intitolava “No, non bisogna regolamentare la GPA ma abolirla”. Eravamo in piena campagna elettorale per le europee e Calenda correva nelle liste del Pd.
Nella dichiarazione di oggi, il candidato a sindaco di Roma non fa cenno alla gpa sulla quale non è chiaro se abbia o no cambiato idea. Ma aprire al riconoscimento dei genitori dello stesso sesso è un passo avanti notevole.
Il muro di gomma di Raggi
E lo è specialmente per Roma dove finora, invece, le coppie di papà e di mamme avevano trovato nella sindaca Raggi una porta chiusa. Non solo non c’era stata alcuna trascrizione, ma nemmeno un dialogo sul tema.
E’ di qualche mese fa, infatti, la notizia che il Tribunale ha costretto la sindaca uscente a riconoscere due mamme aggiungendo all’atto di nascita anche il nome della mamma sociale di una bimba.