Il pride evento divisivo? Sì, se fai parte di CasaPound Italia e decidi di partecipare alla marcia dell’orgoglio Lgbt. È quanto accaduto a Luca De Marchi, eletto nel 2015 al consiglio comunale di Mantova in una lista civica e poi passato nel movimento di estrema destra, con quale si era candidato alla Camera dei Deputati nelle scorse elezioni senza essere eletto. Il consigliere ha dichiarato che andrà dunque alla manifestazione, ma il partito dei “fascisti del terzo millennio” non ha gradito e lo ha espulso.
In una nota ufficiale, il partito motiva le ragioni dell’allontanamento: «Le sue dichiarazioni circa una sua partecipazione, seppur a titolo personale, alla manifestazione del Gay Pride in programma a Mantova domani» si legge «costituiscono motivo di allontanamento da CasaPound Italia». Insomma, se vuoi marciare con il popolo arcobaleno, non puoi essere fascista. Il che, a ben vedere, ci rincuora. «De Marchi predilige ancora una volta la ricerca di visibilità personale alla condivisione di intenti con una comunità politica che da sempre è esteticamente e politicamente distante da certe manifestazioni».
Adesso, che estrema destra e diritti per specifiche categorie sociali – delle persone Lgbt ai migranti, passando per la questione femminile – non vadano motto d’accordo, non è un mistero per nessuno. Per cui non stupisce la reazione di CasaPound. Ciò che invece non quadra è come sia possibile che si riconosce nei valori del fascismo possa poi aderire al messaggio implicito a tutti i pride: accoglienza, inclusione e pari dignità per tutti e tutte. Chissà, magari De Marchi – domani a Mantova – riuscirà a chiarirsi le idee. E ad abbandonarne altre che non possono avere cittadinanza in un paese democratico.
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