Un esposto alla Procura di Roma per un accesso non autorizzato al database “anche in ordine alla diffusione del dato sensibile ad opera della trasmissione “Le Iene” di Mediaset”. È una nuova reazione per vie legali che l’associazione Anddos, finita nell’occhio del ciclone dopo l’ormai noto servizio delle Iene sui finanziamenti Unar, intraprende. Dopo la trasmissione, tutti finanziamenti previsti dal bando dell’Unar sono stati sospesi e, ad oggi, non ancora sbloccati. Oggetto dell’esposto è l’intrusione nel database dell’associazione che ha permesso la diffusione di dati personali riguardanti l’ex direttore dell’Unar stesso, Franesco Spano.
Diffusione di dati sensibili
Come ricorderete, infatti, uno dei punti cruciali del servizio mandato in onda durante la puntata della trasmissione di Italia Uno lo scorso 19 febbraio, era il presunto conflitto di interessi di Spano che, secondo le informazioni di cui era venuta in possesso la redazione, risultava tesserato ad Anddos.
“Questa mattina è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma – si legge in un comunicato apparso sul sito dell’associazione -. A seguito delle verifiche intraprese, abbiamo registrato un accesso alle informazioni di Francesco Spano effettuato al di fuori dei regolari protocolli di consultazione del database”. Per questo Anddos ha chiesto alla Procura di Roma di effettuare tutte le verifiche del caso, anche in ordine alla diffusione del dato sensibile ad opera della trasmissione “Le Iene” di Mediaset”.
Silenzio sul nome del circolo
Anddos fa sapere che l’accesso è stato effettuato da un ex circolo che risulta affiliato fino a novembre del 2016. L’associazione, però, non diffonde il nome del circolo in questione. “Per non dare adito a speculazioni e processi mediatici – spiegano -, ci riserviamo fino al prossimo incontro del movimento di sabato 18 marzo di non divulgare il nome del circolo sul quale abbiamo chiesto alla procura di indagare”.
Proprio sabato prossimo, infatti, è stata convocata una riunione tra associazioni e attivisti della gay community durante la quale Anddos “auspica un serio confronto politico all’interno del movimento, poiché è necessario riflettere sul grave danno di immagine a tutta la comunità a seguito della vicenda, sulla grave situazione in cui versa l’Unar e sulla necessità di una strategia comune delle associazioni volta a salvaguardare l’impegno delle istituzioni pubbliche contro le discriminazioni”.