Ha vinto il ricorso in Cassazione ed ha ottenuto la protezione internazionale perché gay. È successo ad un ragazzo pachistano omosessuale che rischiava di essere rimpatriato perché la sua richiesta era stata bocciata anche in Appello a marzo dello scorso anno.
A dire no alla richiesta dell’uomo di avvalersi della protezione internazionale era stata la Corte d’Appello di Cagliari. Dopo la sentenza, il pachistano aveva fatto ricorso in Cassazione che, invece, si è espressa in modo opposto, concedendogliela.
Le leggi pachistane sull’omosessualità
L’omosessualità è considerata reato in Pakistan dove vigono delle leggi derivate da quelle imposte durante la dominazione inglese.
Il Codice Penale pachistano, che risale al 1860, punisce la “sodomia” con il carcere, ma leggi più recenti approvate in base alla religione di Stato, l’islam, arrivano a prevedere la pena di morte.
Secondo l’ultimo rapporto ILGA, quello del 2016, non si hanno notizie di applicazione della pena di morte contro le persone omosessuali.
Tuttavia la Corte ha riconosciuto i potenziali rischi che l’uomo correrebbe nel suo paese per via dell’orientamento sessuale, pur ribadendo, in base ad una sentenza del 2012, la necessità di acquisire prove che dimostrino l’omosessualità di chi chiede la protezione internazionale.