Continua l’allarme in Cecenia dove più di un centinaio di uomini sono stati arrestati e torturati per il solo fatto di essere gay o essere ritenuti tali.
In un’intervista rilasciata a Wired Italia, Svetlana Zakharova, una degli attivisti dell’associazione russa che si sta prendendo cura delle vittime delle violenze, ha confermato quanto uscito sui giornali in questi giorni aggiungendo una notizia che peggiora il quadro della situazione.
Le prigioni di cui si hanno prove sono due, non una come si credeva finora. Gli attivisti hanno motivo di credere che siano addirittura di più e che il numero dei detenuti e delle persone che hanno perso la vita sia superiore alle cifre circolate.
Pronto un piano di evacuazione
Gli arrestati vengono infatti tenuti in celle da 30 o 40 persone ciascuna e se le prigioni sono due, è facile superare i 100 uomini di cui le fonti hanno riferito in questi giorni. Sarebbero più di tre, infine, anche i morti, ma verificare questo dato è al momento molto complicato.
Intanto Russian LGBT Network, l’associazione di cui fa parte Zakharova, ha approntato un piano per l’evacuazione delle persone che rischiano di finire nelle mani dei torturatori o che sono riuscite a salvarsi dalle torture. Un piano di cui, per evidenti ragioni di sicurezza, non si conoscono i dettagli.
Alzare l’attenzione internazionale
Lo rende noto Yuri Guaiana, responsabile delle campagne di All Out che sta collaborando con Russian LGBT Network sia per la petizione internazionale, sia per la raccolta dei fondi necessari a supportare le persone che devono essere salvate. Qui tutti i dettagli per chi volesse contribuire. Adesso, la richiesta degli attivisti russi è che si alzi maggiormente la pressione internazionale per costringere le autorità di Mosca ad avviare un’indagine.
La priorità è salvare le persone
“Per noi, la cosa più importante in questo momento è evacuare il maggior numero di persone possibile e salvare vite umane – ha dichiarato Svetlana Zakharova -. Il nostro team sta facendo anche l’impossibile per raggiungere questo risultato. Inoltre, vogliamo che la Russia intervenga per impedire queste uccisioni e svolgere un’indagine adeguata. Non è più giustificabile restare in silenzio quando delle persone sono state sequestrate, torturate e uccise”.
“Quello che sta accadendo in Cecenia è una vergogna – ha aggiunto Matt Beard, Direttore esecutivo di All Out -. La nostra priorità è di aiutare a mettere in salvo il maggior numero possibile di persone, prima che sia troppo tardi.” “Inoltre, insieme a oltre 70.000 membri di All Out che hanno firmato la petizione del Russian LGBT Network, esortiamo le autorità della Federazione russa a svolgere un’indagine immediata su questi crimini atroci e ad assicurare alla giustizia tutti i responsabili dell’arresto, della tortura e dell’uccisione di omosessuali in Cecenia”.