Le autorità cecene avrebbero arrestato più di 100 uomini gay e ne avrebbero uccisi alcuni di loro semplicemente “in relazione al loro orientamento sessuale non tradizionale o al sospetto di questo”. A riportare la notizia è il New York Times che, a sua volta riprende un quotidiano russo d’opposizione, “Novaya Gazeta”. Secondo l’organo di informazione russo, che riporta fonti federali di Mosca, sarebbero appunto più di 100 gli uomini arrestato in Cecenia solo perché omosessuali o sospettati di esserlo. Il quotidiano ha pubblicato anche i nomi di tre di loro che sarebbero stati uccisi senza un regolare processo, ma si sospetta che i morti siano molti di più.
La risposta delle autorità cecene
Un portavoce del leader ceceno Ramzan Kadyrov (nelle foto) ha negato ogni accusa tacciando le notizie di “disinformazione”.
“Non puoi arrestare o reprimere persone che semplicemente non esistono nella repubblica – ha dichiarato Alvi Karimov -. Se queste persone esistessero in Cecenia, le forze del’ordine non dovrebbero preoccuparsi perché le loro stesse famiglie li manderebbero in luoghi da cui non potrebbero più tornare”.
Le autorizzazioni (negate) per organizzare i Pride
L’operazione sarebbe nata dopo che il gruppo di attivisti LGBT che fa riferimento al sito GayRussia.ru aveva chiesto alcuni permessi per organizzare parate dell’orgoglio LGBT in quattro città nella regione del Caucaso del Nord, a prevalenza musulmana e di cui fa parte anche la Cecenia. Nessun permesso, però, era stato chiesto per la Cenenia di per sé. La strategia che gli attivisti locali guidati da Nikolai Alekseev hanno scelto di adottare prevede proprio che le richieste non vengano accolte per permettere loro di ricorrere alla Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo. E i permessi, infatti, sono stati negati.
Infiltrati nelle app di appuntamenti
Il semplice avere presentato le richieste, però, ha scatenato delle manifestazioni di protesta. Lo stesso Putin avrebbe spronato i leader locali a puntare tutto sui valori tradizionali musulmani.
Secondo Novaya Gazeta, le autorità avrebbero individuato le 100 persone da arrestare infiltrandosi nelle app di appuntamenti frequentate da gay.
“Naturalmente, nessuna di queste persone ha mai, in alcun modo, mostrato pubblicamente il proprio orientamento sessuale – spiega Novaya Gazeta -: nel Caucaso, questo equivale ad una sentenza di morte”.