“Una risata vi seppellirà”, sentenzia un celebre adagio. E proprio l’ironia potrebbe rivelarsi l’arma più tagliente contro l’idiozia omofoba che sta andando in scena con la complicità della Regione Lombardia. Stiamo parlando del centralino anti-gender o, come lo chiamano i promotori, lo “Sportello Famiglia”.
Il servizio telefonico, finanziato con ben 30.000 euro dal Pirellone, è da ieri attivo. L’obiettivo ufficiale è quello di fornire “un supporto alle famiglie [tradizionali]” ma, come ammesso dall’assessora leghista Cristina Cappellini, può essere l’occasione per porre l’attenzione sulla questione “gender” e, udite udite, sulla “deriva antropologica” che porta con sé. Come rispondere a queste affermazioni fuori dal tempo? Ad esempio, subissando il centralino anti-gender con domande surreali (almeno quanto l’esistenza del servizio stesso).
uno dei tanti inviti a tartassare il centralino lombardo
Una forma di protesta che tutti possono mettere in atto chiamando il servizio al numero 800.318.318 il lunedì e il giovedì, dalle 14 alle 18 o inviando una mail all’indirizzo sportellofamiglia@regione.lombardia.it.
Come suggerisce Matteo Flora, attivista ed esperto di web reputation molto popolare in rete, nella sua ambigua chiamata alle armi: “Fallo per me, fallo per te, fallo per tutti“!
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