Aiuto il gender!

Lombardia, scherzi telefonici al centralino anti-gender

“Una risata vi seppellirà”, sentenzia un celebre adagio. E proprio l’ironia potrebbe rivelarsi l’arma più tagliente contro l’idiozia omofoba che sta andando in scena con la complicità della Regione Lombardia. Stiamo parlando del centralino anti-gender o, come lo chiamano i promotori, lo “Sportello Famiglia”.

Il servizio telefonico, finanziato con ben 30.000 euro dal Pirellone, è da ieri attivo. L’obiettivo ufficiale è quello di fornire “un supporto alle famiglie [tradizionali]” ma, come ammesso dall’assessora leghista Cristina Cappellini, può essere l’occasione per porre l’attenzione sulla questione “gender” e, udite udite, sulla “deriva antropologica” che porta con sé.  Come rispondere a queste affermazioni fuori dal tempo? Ad esempio, subissando il centralino anti-gender con domande surreali (almeno quanto l’esistenza del servizio stesso).

Ho aggiustato da sola una lampadina. Sono diventata uomo?” si chiede Federica. Anche Vera chiede aiuto: “Ho imparato ad uccidere le cimici (cosa da uomo) soffocandole con la lacca Splend’or (cosa da donna) e adesso non so più cosa sono“. Infine l’affondo di Marco: “Le camicie di Formigoni, possono essere considerate veicoli di propagazione del Gender?“. Sono solo alcune delle assurde quanto divertenti domande da porre all’attenzione del centralino anti-gender, suggerite nell’evento Facebook “Fare scherzi telefonici a Regione Lombardia sostenendo di essere il Gender”.

uno dei tanti inviti a tartassare il centralino lombardo

Una forma di protesta che tutti possono mettere in atto chiamando il servizio al numero 800.318.318 il lunedì e il giovedì, dalle 14 alle 18 o inviando una mail all’indirizzo sportellofamiglia@regione.lombardia.it.

Come suggerisce Matteo Flora, attivista ed esperto di web reputation molto popolare in rete, nella sua ambigua chiamata alle armi: “Fallo per me, fallo per te, fallo per tutti“!

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