Presentato giovedì scorso, in occasione del ventennale dalla nascita di Arc Cagliari, tra le più attive in Sardegna, lo sportello d’ascolto Ci siamo. «Uno spazio in cui le persone LGBTQIA+» si legge sul sito dell’associane «che sono oggetto di discriminazione e/o di violenza per il loro orientamento sessuale e/o romantico, e/o per la loro identità di genere possono trovare accoglienza, ascolto e supporto». A finanziare il Centro è l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La conferenza stampa si è tenuta alla sede di Arc, in via Falzarego, con Francesco Serri (dipartimento psicologia di Università di Cagliari), Carlo Cotza (Arc Cagliari) e Rosy Fenu (coordinatrice del centro). Hanno presentato Ci siamo, che si rivolge «a tutte le persone LGBTQIA+ in condizioni di vulnerabilità per il proprio orientamento sessuale e/o romantico, e/o per la propria identità di genere o che sono state fatte oggetto di violenza, di allontanamento da casa, di discriminazione». Lo scopo dello sportello è quello di «offrire uno spazio sicuro e riservato dove ricevere ascolto, supporto, assistenza legale e psicologica, informazione sanitaria, orientamento al lavoro e all’autonomia abitativa».
«Ogni forma di discriminazione rappresenta una violenza nei confronti della legittima libertà delle persone a vivere la propria vita in conformità a ciò che sentono di essere» apprendiamo da Arc Cagliari. «Discriminare significa negare alle persone la libertà di poter esprimere e realizzare se stesse, rifiutarle e patologizzarle, affermando esplicitamente una cultura della marginalizzazione e dell’esclusione. La discriminazione non costituisce solo una violazione dei diritti, ma soprattutto uno svilimento della cultura del progresso civile e della democratizzazione della società».
Per conoscere gli orari di apertura e i contatti del Centro, si può consultare la pagina del sito.
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