“Fateci andare in Egitto a incontrare Patrick Zaky e la sua famiglia”. E’ questa, in sintesi, la richiesta presentata oggi alla presidente del Senato Casellati dalla senatrice Monica Cirinnà. Insieme a lei, anche i colleghi Luigi Zanda, Alessandro Alfieri, Roberto Rampi e Franco Mirabelli.
La richiesta è di autorizzare una missione per poter incontrare il ragazzo che, in base ai capi d’accusa, rischia una condanna a vita.
“Dal giorno dell’arresto – si legge nella lettera – si susseguono notizie di torture ed episodi di violenza ai danni del giovane e, in occasione dell’udienza di ieri, è stato reso noto che egli si trova attualmente recluso in una cella con altri 35 detenuti e non ha modo di incontrare i propri familiari se non per brevissimi momenti. Inoltre, come dichiarato dai legali e dalla famiglia, non si ha certezza alcuna sulla effettiva consistenza delle accuse, così come sulla durata delle indagini e del processo”.
“La vicenda sta destando grave preoccupazione – prosegue il testo – e, sia in Egitto che in Italia, è in corso una mobilitazione di singoli e associazioni che chiedono di tenere alta l’attenzione sul caso, il quale rievoca tristemente la drammatica fine di Giulio Regeni. Anche il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha chiesto l’immediata scarcerazione del giovane. Pertanto ci rivolgiamo a Lei nella certezza che voglia autorizzare una delegazione di senatrici e senatori a recarsi in Egitto per potere, d’intesa con la rappresentanza diplomatica italiana, visitare la famiglia di Zaki, interloquire con i suoi legali e, se le condizioni lo permetteranno, visitarlo in carcere”.
Oltre a verificare le condizioni di detenzione del giovane ricercatore egiziano, l’intenzione è di anche di incontrare la famiglia e i legali.
“Non possiamo abbandonare questo giovane che era in Italia per un master all’Univeristà di Bologna – dichiara a Gaypost.it la senatrice Cirinnà -. Abbiamo, come paese ospite e come membri dell’Unione europea che ha rapporti con l’Egitto, vigilare sul rispetto dei diritti umani. Non possiamo aspettare oltre”.
La polizia ha arrestato Zaky all’aeroporto del Cairo mentre tornava a casa per una vacanza dal suo master in Studi di genere all’Alma Mater. Lo scorso 15 febbraio i giudici di Monsoura hanno rigettato l’istanza di scarcerazione presentata dai legali che avevano già parlato di torture ai danni del ragazzo. Ora c’è attesa per l’udienza prevista per il 22 febbraio prossimo. Intanto continuano le mobilitazioni in sua solidarietà negli atenei di tutta Italia.
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