È da ieri, nelle sale cinematografiche, la storia di Colette. Il film, per la regia di Wash Westmoreland, interpretato da una superba Keira Knightley – secondo le riviste specializzate, l’attrice potrebbe essere benissimo candidata all’Oscar per la sua interpretazione – racconta di una delle più celebri autrici francesi, autrice dei romanzi del ciclo di Claudine, che ebbe il coraggio di ribellarsi alle vessazioni del marito che la faceva scrivere per conto suo, raccogliendone meriti e onori.
Una storia di una donna che si autodetermina
Colette parla della storia vera di Sidonie-Gabrielle Colette – da cui il nome d’arte – che sposò l’editore Henry Gauthier-Villars – il cui nome d’arte fu Willy – che la obbligava a scrivere romanzi, su cui poi lui apponeva il suo nome, oscurando quello della moglie. «È la storia di un uomo che cerca di zittire una donna e una donna che viene soffocata dall’egoismo di un uomo» dichiara Keira Knightley, così come riporta il sito di Vogue, continuando: «Fatti come questi accadono ancora oggi, nonostante il corso della storia».
La relazione con Matilde
Colette divenne famosa, in Francia, non solo per essersi ribellata al marito e per aver rivendicato la proprietà intellettuale delle sue opere, ma anche per il personaggio che riuscì a creare: ribelle e anticonformista alle regole puritane della Francia di allora, vestiva con abiti maschili e divenne compagna della marchesa Mathilde de Morny, che l’aiutò nel suo processo di liberazione identitaria e, quindi, nella separazione dal marito. Il film ci offre questo spaccato di vita, restituendoci il clima della Parigi di inizio ‘900 e raccontando una storia eccezionale. Una storia che farà da apripista alle future rivendicazioni femminili nella belle époque.