Con sei voti a favore e tre contrari, qualche ora fa la Corte Costituzionale della Colombia ha legalizzato il matrimonio egualitario. La decisione storica per il paese è stata emessa “per tutelare i diritti di uguaglianza delle coppie gay e lesbiche”, nonostante le poplemiche delle settimane precedenti animate da questioni religiose.
Nel 2011, la Corte Costituzionale aveva stabilito che le unioni tra persone dello stesso sesso costituiscono famiglia e per questa ragione, gay e lesbiche dovevano avere diritto a stabilire tra loro lo stesso legame che si crea tra un uomo e una donna che si sposano. Un invito rivolto al legislatore che, però, è stato disatteso fino ad oggi. La cosa era rimasta all’interpretazione dei giudici (che in Colombia celebrano le nozze) e non tutti applicavano la sentenza nell’interpretazione più propensa a unire gay e lesbiche in matrimonio.
Il magistrato Alberto Rojas si è intestato la battaglia in difesa dei diritti e dell’uguaglianza fino alla vittoria di oggi con la decisione storica.
“Le coppie omosessuali sono vittime della violazione del loro diritto all’uguaglianza quando si impedisce loro di sposarsi allo stesso modo in cui lo fanno le coppie formate da un uomo e una donna” scrive la Corte.
Non appena si è appresa la notizia, la festa è esplosa per le strade della Colombia dove la comunità omosessuale colombiana si è riversata per festeggiare e applaudire alla determinazione della Corte che ha voluto portare la Colombia ai livelli dei paesi più civili del mondo.
Di tutt’altro segno la reazione della chiesa cattolica e di alcuni partiti conservatori che hanno annunciato battaglia legale per ribaltare la decisione della Corte.
A novembre del 2015 era stata sempre la Corte Costituzionale ad estendere alle coppie gay (che potevano già unirsi civilmente) il diritto all’adozione.