Vi avevamo chiesto, tramite i nostri canali social, di raccontarci le vostre storie di coming out in occasione del Coming Out Day. Tra le tante che ci avete mandato, ne abbiamo scelte due perché ci sembra che rappresentino bene ognuna il loro tempo. La prima è quella di Bruno, un giovanissimo ragazzo che ha appena rivelato a tutti di essere gay. Eccola. Grazie, Bruno, e buon Coming Out Day a tutte e tutti.
Ciao Gaypost!
Io? Si, anche io ho fatto coming-out.
E posso dire che è stata una delle decisioni più belle che abbia mai potuto prendere!
Quando? Diciamo che il mio coming-out è avvenuto in diversi momenti e in realtà non l’ho ancora “concluso”.
La prima volta fu l’anno scorso (Luglio 2015) e lo dissi al ragazzo che mi piaceva, prima che partisse in vacanza. Gli scrissi una lettera nella quale spiegavo in miei sentimenti. Com’è andata? Beh… tutto sommato non male, anche se il mio sentimento non era ricambiato.
Dopodiché mi fermai un attimo prima di dichiararmi con qualcun altro… fino al 2016. Sì! Avevo deciso che il 2016 sarebbe stato l’anno della svolta. E così è stato! Infatti già il primo dell’anno decisi di rivelarmi a un mio amico e così proseguii fino a maggio. Dichiarandomi agli amici più intimi…
MAGGIO: che mese difficile! Già!
Dopo aver letto un articolo di cronaca su un 18enne suicida a Bari, gettatosi sotto una frecciabianca perché i suoi genitori adottivi non erano riusciti ad accettare il coming-out del loro figlio, decisi che dovevo fare -nel mio piccolo- qualcosa.
Giovedi 5 maggio, prima di partire a scuola, lasciai sulla tavola una lettera (non so se si è notato, ma mi piacciono un sacco le lettere!) indirizzata a mamma e papà.
Presi l’autobus e andai a scuola. Quel giovedì avevo la presentazione della mia tesina alla classe. Dovete sapere che ho elaborato una tesina sull’omofobia ed ho approfittato dell’occasione per leggere ai miei compagni il commento del vicepresidente dell’Arcigay sull’accaduto di Bari. Mentre leggevo sentivo molto rancore, molta rabbia e seppur non sia stato esplicito, credo che la classe abbia percepito il motivo…
È ricreazione, vedo un messaggio. È mamma.
Il suo messaggio non lo voglio pubblicare, perché voglio tenermelo solo per me. Tuttavia vi posso dire che c’erano solo parole di comprensione e di affetto.
A casa ne abbiamo un po’ parlato a voce… in breve, era andato tutto bene!
Però! Ehhh già! C’è un però! Non lo avevo ancora detto esplicitamente alla mia migliore amica…
Di lei avevo paura, parecchia, aggiunta anche dal fatto che era praticamente l’ultima a cui lo dicevo… Presi coraggio, andai a casa sua e facendo mille giri di parole glielo dissi. La sua reazione? Immaginatevi una ragazza magrolina come uno stuzzicadente che in un istante le crescono tali bicipidi da rompere un portachiavi: s’arrabbió. Ed io la compresi. S’arrabbió, non perché fossi omosessuale, bensì perché era l’ultima a saperlo…
Da allora, la mia sessualità non è più un pensiero quotidiano che devo occultare. Non ho più la paura di essere scoperto, non ho più la paura di essere preso in giro. Ho solo voglia di essere felice!
All’inizio dicevo che non ho ancora concluso il mio coming-out. Si è così! Finché si darà per scontato che tutte le persone siano eterosessuali, bisognerà continuare a fare coming-out per tutta la vita. Di fatto, anche queste righe sono un altro coming-out. Un coming-out con parenti presenti sulla piattaforma, un coming-out con tutti quei amici virtuali!
P.s. “un segreto è fare tutto come se ci fosse solo il sole!” (Lo dice Elisa. Ripetetevi questa frase all’infinito! La felicità è il sole! Il sole!!)
Buon #comingoutday
Bruno junior Macor