Il mondo dello sport, si sa, può essere molto duro per le persone Lgbt. E non è solo una questione di spogliatoi da condividere e di situazioni di “ordinario” bullismo come giovani gay, lesbiche, trans, ecc, ma anche di mancata accettazione, a livello agonistico, della “diversità” da parte di strutture, associazioni e organizzazioni. E se alcuni ambienti, come quello del rugby, sono tradizionalmente gay-friendly, altri come il calcio sono ambiti spiccatamente omofobi. Anche nel golf ci sono molte prudenze a fare coming out. Per fortuna, anche qui però le cose cominciano a cambiare in positivo.
Il coming out di Mel Reid
Stavolta, è il turno della campionessa Mel Reid, che ha deciso di “uscire dall’armadio”. «Ho protetto la mia sessualità per lungo tempo, perché pensavo di perdere i miei sponsor, il che avrebbe pregiudicato la mia carriera» ha dichiarato la sportiva. «Dopo ho pensato che non potevo più mentire e che non avrei potuto rappresentare nessuna azienda se non fossi stata me stessa. C’è una sola versione di te al mondo, c’è una sola vita da vivere: bisogna essere orgogliosi di come si è». Non è la prima volta che nel golf si fa coming out. Già a settembre Tadd Fujikawa aveva dichiarato di essere omosessuale.
I problemi nei paesi in cui essere omosessuali è reato
Mel Reid ha trentuno anni, ha importanti successi nella sua carriera e ha dichiarato di aver avuto la vicinanza del suo team e da parte delle sue colleghe: «Il Tour è una comunità molto aperta e accomodante ed è raro che qualcuno abbia un problema con la sessualità di un altro», ricordando che ha «sempre avuto molti amici che mi hanno supportato, sia dentro che fuori dal green». Eppure alcune criticità persistono: «L’unico problema è che ad oggi essere gay è ancora illegare in certi Paesi in cui ci rechiamo a giocare».