Mercoledì 4 maggio “abbiamo inserito il tema della lotta all’omofobia nello statuto del Coni: è stata recepita l’indicazione della Presidenza del Consiglio dei ministri”. Parole di Giovanni Malagò, presidente del Coni, pronunciate nel corso dell’audizione alla VII commissione del Senato sullo stato di salute dello sport italiano.
“Abbiamo modificato l’ordinamento – prosegue Malagò – inserendo oltre ai reati di discriminazione razziale anche quelli di omofobia”.
Il commento delle associazioni lgbt
“Con la decisione del CONI di inserire l’omofobia tra le fattispecie perseguibili dalla giustizia sportiva – commenta Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay -, finalmente l’Italia colma una grave lacuna. Accogliamo positivamente questa volontà dello sport italiano di porre fine alla sostanziale tolleranza con la quale erano vissuti gli episodi di discriminazione fino ad oggi”. “È importante – conclude Piazzoni – che dopo questo primo passo il CONI e tutte le federazioni sportive si impegnino per creare un ambiente sempre più inclusivo per tutti nel mondo dello sport, dove milioni di ragazze e ragazzi formano la loro personalità”.
“Malagò ha dimostrato di essere senza dubbio più sensibile e risoluto di tanti politici sul tema dell’omofobia, il cui reato è infatti ancora un vuoto legislativo nel nostro Paese – aggiunge Marco Canale, presidente di ANDDOS – finora lo sport italiano ha dato un esempio molto diseducativo soprattutto agli occhi dei giovani, che spesso sono protagonisti a loro volta in negativo con violente forme di bullismo nei confronti di loro coetanei solo perché considerati diversi”. “Non possiamo continuare a vivere in un mondo senza rispetto – sottolinea -: è fondamentale che lo sport, promuovendo una cultura dell’integrazione soprattutto tra i giovani, possa essere un valido strumento educativo di valori nella lotta contro razzismo, xenofobia, discriminazione, omofobia per abbattere il pericoloso muro dei pregiudizi e delle discriminazioni”.
Secondo Adriano Bartolucci Proietti, Coordinatore nazionale di Gaycs, dipartimento Lgbt di Aics. E organizzatore degli Italian Gaymes, si tratta di “un punto di partenza essenziale per le future battaglie che Gaycs intende affrontare nei prossimi anni”. “Esprimiamo quindi un sentito ringraziamento a Giovanni Malagò e alla sua dirigenza – continua Proietti – . Dopo anni di lavoro e quasi tre edizioni degli Italian Gaymes, di cui la prossima in agenda dal 7 al 9 luglio a Roma, questa scelta – continua Bartolucci – sarà per noi uno strumento in più per far valere in ogni campo sportivo il principio dell’uguaglianza e delle pari opportunità”.
Per Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, “il Coni prende una decisione molto importante. Ora non sarà più lecito né discriminare, né usare un linguaggio offensivo sui campi di gioco”.