Continua l’allarme in Cecenia. In un comunicato stampa pubblicato sul sito di Russian LGBT Network, l’associazione di essere riuscita ad aiutare 30 delle 60 persone che in queste settimane hanno potuto entrare in contatto con gli attivisti. “Alcune di queste persone (delle 60, ndr) sono ancora nell’area e hanno bisogno di essere evacuate con urgenza – scrivono gli attivisti e le attiviste -, mentre altre sono riuscite a trovare un altro posto da sole, ma hanno comunque bisogno di ulteriore assistenza”.
Perse le tracce di due sopravvissuti
L’associazione denuncia che tra le trenta persone aiutate direttamente ce ne sono due di cui non si hanno più notizie. “Tra coloro che ci hanno chiesto aiuto, ci sono due vittime delle persecuzioni – si legge -, con le quali abbiamo perso improvvisamente i contatti per ragioni sconosciute. Presumiamo che qualcuno possa aver rimandato l’idea di lasciare la regione, ma sfortunatamente non possiamo escludere l possibilità che sia loro successo qualcosa di imprevisto”.
Il delitto d’onore
Queste persone potrebbero essere state prelevate nuovamente dai militari o, peggio ancora, essere rimaste vittime del “delitto d’onore” perpetrato da qualche membro delle loro famiglie. Come più volte è stato denunciato, infatti, in Cecenia vige il “delitto d’onore” (che in Italia era in vigore fino all’inizio degli anni ’80) in base al quale un familiare può ucciderne un altro ritenuto colpevole di avere disonorato la famiglia. Essere omosessuali è considerato un disonore ed è uno di quei casi in cui il “delitto d’onore” può essere applicato senza che chi lo fa subisca conseguenze legali.
L’aiuto economico è fondamentale
“Sappiamo che persone e organizzazioni in tutto il mondo stanno raccogliendo soldi per supportare il nostro lavoro di evacuazione delle persone e siamo estremamente riconoscenti per questo – scrivono ancora dalla Russia -. Questi soldi serviranno per i trasporti, gli alloggi, i beni di prima necessità, il supporto medico e psicologico e per la preparazione dei documenti necessari.
È pericoloso, per molti dei sopravvissuti, rimanere in Russia”.
È possibile fare delle donazioni a Russian LGBT Network tramite il loro sito, tramite la raccolta fondi organizzata da All Out o acquistando i Pride Kit 207 di Gaypost.it una parte dei cui proventi sarà devoluta all’associazione moscovita.
Le mobilitazioni
Intanto continuano le mobilitazioni. Dopo il presidio di martedì scorso a Milano, sabato prossimo, 22 aprile, l’appuntamento è a Roma nei pressi dell’Ambasciata russa. All’angolo tra Castro Pretorio e via Gaeta, attivisti e attiviste si concentreranno per chiedere la fine delle persecuzioni e delle torture, l’apertura di inchieste ufficiali e l’agevolazione delle richieste di asilo politico in Italia per chi scappa dalla Cecenia e dalla Russia.
Sempre Sabato, a Ferrara, alle 21 sarà illuminata di arcobaleno la Rotonda Foschini, su iniziativa dell’amministrazione comunale, del circolo Arcigay – Arcilesbica Circomassimo e della Fondazione Claudio Abbado del Teatro di Ferrara.