Il coronavirus ci obbliga a casa, consegnandoci alla noia e agli spazi ristretti. Ciò vale per chi non ha la fortuna di vivere in ampi appartamenti o in case con spazi verdi. Il coronavirus rischia di condannare alla solitudine e all’isolamento proprio i soggetti più vulnerabili. A cominciare dalle persone Lgbt+ che hanno l’esigenza di essere in contatto con chi può capirne i problemi. Pensiamo, ad esempio, agli/lle adolescenti che vivono con genitori omofobi. Così il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli ha lanciato una iniziativa per sostenere le persone che hanno bisogno di aiuto.
«Per rispondere a questa esigenza» si legge in una nota del Circolo «è stato potenziato il servizio di accoglienza e di assistenza che il Mieli offre da anni attraverso la linea telefonica della Rainbow Line. Nel rispetto della sicurezza di operatori, professionisti ed utenti dei servizi offerti, sarà possibile continuare a chiamare il numero verde 800110611 oppure il numero +39 3487708437 e ricevere a distanza assistenza psicologica, legale e informazioni sulle infezioni sessualmente trasmesse e sui servizi di prevenzione e salute che il Mieli continua ad offrire in collaborazione con le istituzioni».
E così commenta l’iniziativa il presidente del Mieli, Sebastiano Secci: «In questi giorni tutte e tutti siamo chiamati a stare responsabilmente a casa. È tuttavia nostro dovere pensare a chi non ha una casa in cui stare o chi in quella stessa casa subisce discriminazione o violenza e vive in situazioni di disagio che necessita di supporto professionale e assistenza». Per tale ragione, continua Secci, si è pensato di potenziare la Rainbow Line: «Questi sono giorni difficili, non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno».
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