Ancora una volta si parla del corpo delle donne.
Ma basterà che iniziate a sfogliare “Il corpo grande” e dopo poche pagine capirete subito che è tutta un’altra storia. Vi immergerete a pieno nella vita della protagonista (che no, non è Tessuta Adiposa) vivendo insieme a lei dolori e poi gioie, e percorrendo insieme a lei un cammino difficile verso l’accettazione di se stesse e la felicità.
Negli scorsi mesi abbiamo affrontato più volte il tema della bellezza curvy e del fenomeno, purtroppo troppo diffuso – anche nel nostro paese, di body shaming.
“Il corpo grande” – scritto egregiamente da Francesca Mazzucato e con una bella postfazione di Elisa Manici – è già disponibile da qualche settimana in versione e-book ed è subito diventato un piccolo caso letterario scalando numerose classifiche. In occasione del lancio anche in versione cartacea, che avverrà proprio oggi, siamo riusciti ad avere da Francesca in esclusiva la prima intervista sul libro.
Nei tuoi libri hai affrontato spesso il tema del corpo femminile. Perché questa volta hai sentito il desiderio di parlare del “corpo grande”?
Il corpo grande è il corpo ingombrante, esagerato, protagonista, pesante e presente. In fondo, il titolo è al singolare ma io lo intendo, come personalissima interpretazione della storia, un corpo-matrioska che contiene tutto ciò che è “difforme”.
Il difforme deve avere voce. Deve imporsi e debordare.
Nel difforme c’è la meravigliosa “verita” dell’umano, ma fa più fatica in un mondo dove tutto tende al conforme, all’imposizione, al conformismo.
Il corpo – matrioska contiene i corpi grassi e quelli obesi, i corpi di chi transita da un genere all’altro, di chi si ferma a metà, i corpi vecchi e segnati di rughe,i corpi piegati da dolori che non immaginiamo, i corpi che zoppicano, i corpi delle donne rom che allontaniamo stringendoci la borsa stretta .
Io narro un corpo curvy, anzi decisamente grasso, abbondante.
Ma in questa abbondanza e in questo difficile percorso di accettazione e riconoscimento spero che possano sentirsi inclusi in molti. Come un abbraccio.
Ho sentito l’urgenza di una storia inclusiva e forte.
La postfazione di Elisa Manici, che io considero un vero e proprio saggio breve con una sua straordinaria autonomia, fornisce poi al testo un contributo essenziale, e alla fine Il corpo grande ha la struttura di quello che io definisco un “quasiromanzo”.
Chi è Jess Spring, e perché la sua storia è un esempio?
Jess Spring è il nome d’arte dell’italianissima Jessica Primavera.
Jessica Primavera vuole fare la modella oversize e anche la stilista.
Sa che è un percorso difficile ma si ricrea. Ritrova la sua autostima, la forza.
Io dico sempre che noi dobbiamo esserCI genitori, prima di tutto, e se ci riusciamo, possiamo tutto.
Infatti lei ripercorre il bullismo che ha subito, le tappe dolorose della sua vita, si ricrea e ci riesce.
La storia di Jesse ci aiuta a capire quanto sia meraviglioso anche il “socialmente imperfetto”. Ma perché, secondo te, in tante (e in tanti) inseguono la “perfezione”?
Perché servono coraggio e consapevolezza per capire una cosa: la bellezza, la luce, la tenerezza, stanno sempre nelle crepe, nelle imperfezioni, nelle insenature.
Il “socialmente perfetto e accettato” è un’imposizione di natura economica, innanzitutto. Donne e uomini grassi vogliono dimagrire per evitare lo stigma sociale ed ecco i prodotti giusti, il miracolo in una settimana, paga e cambia, voilà. Poi se ti senti fragile e insicuro ci sono ansiolitici, antidepressivi, c’è l’industria cosmetica, ci sono i film che fanno sognare dove – salvo recenti e belle eccezioni – il mainstream è sempre portatore di stereotipi stretti. E gabbie. Che diventano modelli. Per questo la gente li insegue.
Quale è il messaggio del tuo libro che speri raggiunga i lettori e le lettrici?
Spero che arrivi una cosa importante: amarsi così come siamo è uno sporco lavoro.
È faticosissimo e snervante. Ma ci tocca. Solo noi possiamo farlo.
Andiamo bene come siamo in questo preciso momento, proprio adesso.
Una volta sviluppata questa (difficile ) capacità di accettazione, possiamo fare veramente tutto. E riuscirci.
Cosa c’è di tuo nel personaggio di Jess? E in generale, come scrittrice, quanto c’è di Francesca nei personaggi spesso forti che racconti?
È difficile. A volte la scrittura ha una funzione catartica .
Prima c’è molto di me, o parto comunque da qualcosa che mi tocca, mi riguarda o mi interessa per costruire un personaggio. Poi mi distacco.
È il passaggio inevitabile della scrittura. A volte riesce, altre meno.
Quando riesce, ricevo tanti messaggi e email di donne(anche uomini) che si riconoscono, si ritrovano.
Forse – non ho certezze – ma si tratta di partire da se, poi pian piano svanire.
Lasciare spazio a una storia, a un’idea , a una narrazione che diventa autonoma e prende sue strade.
Per concludere la domanda più importante: quanto ancora dobbiamo ingrassare noi Beagles per diventare delle modelle famose, ricche e felici come Jess Spring ed essere le protagoniste del tuo prossimo libro?
Ma io vi amo! Siete la favolosità incarnata.
E siete perfette così come siete.
Se poi volete, facciamo un passaggio in pasticceria, e davanti a una cioccolata, ne parliamo meglio…
… e cioccolata sia, mica si può dire di no ad un così gentile invito!
E perse davanti ad una cioccolata fumante vi diamo appuntamento alla prossima intervista! 😉