Ieri sera il Senato ha approvato in via definitiva il cosiddetto “decreto sicurezza bis” voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il testo è stato approvato con il voto di fiducia, quindi senza possibilità di discutere il testo o di votare emendamenti.
Ribattezzato “decreto anti-ong”, è stato votato favorevolmente dalla Lega e dal M5S. Contro hanno votato il PD e gli altri partiti di sinistra mentre Fratelli d’Italia è uscita dall’aula e Forza Italia è rimasta ma senza partecipare al voto: un implicito appoggio senza, però, votare la fiducia. La votazione si è conclusa con 160 voti favorevoli, 57 contrari e 21 astenuti.
Lo scopo dichiarato del decreto è contrastare le attività delle ong nel Mar Mediterraneo. In sostanza, le operazioni di soccorso e salvataggio dei migranti che rischiano di annegare.
I primi cinque dei 18 articoli di cui è composta la legge sono dedicati proprio al soccorso in mare. Il primo articolo attribuisce al ministro dell’Interno un potere finora prerogativa del ministro delle Infrastrutture (nel nostro caso, Danilo Toninelli). Salvini può, adesso, “limitare o vietare l’ingresso il transito o la sosta di navi nel mare territoriale”. Potrà farlo se ritiene che ci siano motivi di sicurezza perché è stato violato il testo unico sull’immigrazione configurando, quindi, il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. La decisione deve essere presa d’accordo con il ministro delle Infrastrutture, con quello della Difesa e comunicandola al Presidente del Consiglio.
Questa novità serve a chiudere la diatriba a cui abbiamo assistito finora ogni volta che si è trattato di autorizzare l’attracco di una nave che aveva salvato migranti. Ovvero le dichiarazioni di Salvini contro queste navi contrastavano con il fatto che era Toninelli a rispondere della gestione dei porti. Ora Salvini ha le mani più libere, ma in molti parlano di introduzione del reato di “soccorso in mare”.
Per i comandanti delle navi che soccorrono persone in mare e che violano il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane sono previste sanzioni economiche molto pesanti. “In caso di violazione del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane” recita la legge, chi guida la nave potrà essere condannato a pagare da 150 mila fino a un milione di euro. Se il reato si ripete, si può arrivare al sequestro della nave e alla confisca. I costi possono essere addebitati al proprietario e all’armatore della nave.
Il decreto stanzia fondi per assumere nuovo personale amministrativo negli uffici giudiziari per un totale di 800 persone e 25 milioni di euro. Prevede, inoltre, 2 milioni di euro per le spese di “attività di contrasto al delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” fatte sotto copertura.
Come ha sottolineato il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio durante la sua audizione alla Camera, il testo non fornisce strumenti per contrastare il fenomeno degli “sbarchi fantasma”. Si tratta degli sbarchi che avvengono tramite piccole imbarcazioni che approdano sulle spiagge senza essere viste o intercettate.
Il decreto sicurezza prevede anche l’inasprimento di pene e sanzioni per fatti relativi a manifestazioni di piazza o sportive.
Nello specifico, sono previste pene più severe per i reati di “devastazione e saccheggio”. La legge già prevedeva pene dagli 8 ai 15 anni di reclusione. La fattispecie di reato è stata utilizzata, per la prima volta dopo tantissimi anni, nei processi contro i manifestanti del G8 di Genova 2001.
Viene poi punito con pene da 1 a 3 anni di reclusione “chiunque nel corso di manifestazioni.. per opporsi a pubblico ufficiale o all’incaricato di pubblico servizio.. utilizza scudi o altri oggetti di protezione passiva ovvero materiali imbrattanti o inquinanti”. In sostanza, utilizzare un casco o uno scudo per proteggersi durante una carica delle forze dell’ordine diventa reato punibile con la prigione.
Inoltre “chiunque lancia o utilizza illegittimamente, in modo da creare un concreto pericolo per l’incolumità delle persone o l’integrità delle cose, razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi, strumenti per l’emissione di fumo o di gas visibile… ovvero bastoni, mazze, oggetti contundenti è punito con la reclusione da 1 a 4 anni”.
Una parte del decreto sicurezza è riservata agli eventi sportivi. Si stabilisce che a “coloro che risultino denunciati per aver preso parte attiva a episodi di violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive, o che nelle medesime circostanze abbiano incitato, inneggiato o indotto alla violenza” il prefetto possa impedire la partecipazione a manifestazioni sportive, anche all’estero. Inoltre le società sportive non possono distribuire biglietti omaggio, finanziamenti o sovvenzioni a persone colpite da Daspo.
Secondo alcuni commentatori politici, il decreto sicurezza presenta dei profili di incostituzionalità e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe rimandarlo al governo per chiedere delle modifiche nei punti più critici. Uno di questi è rappresentato dalle sanzioni previste per le Ong, considerate sproporzionate.
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