Com’è crescere da non binari? Cioè non riconoscendosi completamente né nel genere femminile né in quello maschile? E com’è se accade in Svezia? La Svezia è uno dei paesi più avanzati, in questo campo, tanto da avere introdotto il pronome “hen” per indicare, appunto, chi preferisce non essere definito né uomo né donna.
Vice ha mandato una delle sue reporter a scoprire come giocano e vengono educati i bambini svedesi negli asili che hanno sposato completamente l’approccio educativo che abbatte ogni stereotipo di genere. Ne è nato un documentario di cui qui di seguito vi proponiamo il trailer, ma che potete vedere per inter (in inglese) in calce al testo.
Il trailer
"Mika is both a girl and a boy."
We went to the world's most forward thinking country to find out what it's like to grow up without the gender binary.
Pubblicato da VICE su Mercoledì 26 luglio 2017
Mama e mapa
La reporter parte dalla quotidianità di una famiglia con due figli piccoli, Mika e Nico. I due bambini hanno una “mama” e un “mapa” (mama+papa), ovvero il loro genitore intersessuale e non binario. Mika non si definisce né bambino né bambina, ma entrambi. Gioca con le macchinine e con gli smalti per le unghie e non ha alcun problema con i compagnetti e le compagnette dell’asilo che sanno perfettamente come definire Mike: “hen”.
Giochi senza stereotipi
L’asilo, poi, propone giochi non direttamente identificabili con i maschietti o le femminucce secondo le abitudini della società: i piccoli hanno animali al posto delle bambole, costruiscono i loro giochi con pasta di sale e altri materiali, coltivano piccole piante ecc. Nei libri che usano durante i loro giochi ci sono i supereroi dipinti come persone comuni: Batman che balla portando il suo bambino nel marsupio, Spiderman che va in bagno e la Bella Addormentata nel bosco che dice “no” al principe azzurro.
Il programma scolastico dello stato
Ed è proprio il piano scolastico dello stato che vieta la riproposizione dei ruoli di genere come prettamente “maschili” e “femminili” e gli stereotipi ad essi legati. Non è una novità: è previsto già dal 1998. “La scuola dell’infanzia deve contrastare i tradizionali ruoli di genere – si legge in un opuscolo che un’insegnante mostra alla reporter -. Bambine e bambini hanno le stesse possibilità di sperimentare le cose e di sviluppare interessi senza le limitazioni delle tipiche norme di genere”.
Nonostante tutto, però, non manca chi si oppone a questo metodo educativo “genderless”, come uno psichiatra che pur restando favorevole all’abbattimento degli stereotipi di genere, pensa che ad essere sbagliato sia proprio il metodo. Ecco il documentario che, secondo noi, merita di essere visto.