“Ci sono 34 Stati che non vietano la terapia di conversione. I nostri giovani LGBT hanno visto raddoppiare il tasso di depressione e triplicare il tasso di suicidi dopo essere finiti in questi centri. Così non può funzionare e deve cambiare”.
Con queste parole Dan Reynolds leader della band Imagine Dragons ha deciso di usare il tempo dedicatogli durante la cerimonia di premiazione dei Billboard Music Award per ricordare una realtà importante: le teorie riparative per le persone lgbt, ancora esistenti in più di 30 stati dell’America.
Il cantate Dan Reynolds da sempre alleato della comunità Lbgt ha ricordato: “Approfitto di questo momento per dire che ci sono 34 stati che non hanno una legge che vieta le teorie riparative. 34! E detto questo il 58% della nostra popolazione Lgbtq vive in questi stati”
E ha aggiunto: “Questo può cambiare ma dobbiamo parlare noi con i nostri legislatori, spingerli a emanare leggi che proteggano i nostri giovani Lgbtq”
Accolto da una standing ovation, Reynolds ha concluso: “Abbiamo visto che queste terapie di conversioni raddoppiano il tasso di depressione e triplicano il tasso di suicidi. Così non può funzionare e bisogna cambiare”
Anche se mormone ed eterosessuale, l’impegno dell’artista per la comunità arcobaleno è noto. Tra i fondatori del festival musicale LOVELOUD che ha lo scopo di raccogliere denaro nei confronti dei giovani gay cacciati di casa e porre l’attenzione sugli alti tassi di suicidio, in passato fece discutere un tweet in cui invitava i leader religiosi di tutto il mondo a denunciare l’omofobia.
Supplico i leader religiosi di tutto il mondo a difendere l’uguaglianza. La vera uguaglianza – non vuote parole d’amore – attraverso affermazioni e azioni che mostrino ai giovani LGBTQ come siano “senza peccato” e perfetti, così come sono. Fino a quando questi cambiamenti non saranno affrontati all’interno delle dottrine della fede ortodossa, continueremo a vedere un aumento dei tassi di suicidio e depressione / ansia tra i giovani LGBTQ. E’ una falsa verità quella che i giovani LGBTQ avrebbero maggiori probabilità di essere emotivamente vulnerabili a causa di chi sono / come sono.
La verità è che i leader delle nostre comunità hanno creato regole sociali che non lasciano spazio alla salute dei nostri giovani LGBTQ. E’ il sistema ad essere imperfetto, e non l’individuo ad essere difettoso.
Finché i leader di tutte le fedi ortodosse non denunciano le terapie di conversione e accettano pienamente la nostra gioventù LGBTQ, credo che continueremo a vedere un grande esodo da tutte le fedi. Non siamo una generazione che sosterrà l’intolleranza, l’omofobia o il razzismo.
E a quelli che dicono che la semplice risposta è nell’abbandono alla religione da parte dei nostri giovani, dico che non è così semplice. Molti di questi giovani LGBTQ saranno cacciati di casa e messi in una situazione ancor più pericolosa se abbandonano la fede all’interno della loro famiglia. Molti trovano pace nella loro fede. A molti di loro porta conforto in un mondo triste e spesso spaventoso. Ora spetta ai nostri leader. Quanti altri ragazzi dobbiamo perdere prima di praticare il vero amore nelle nostre chiese?
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