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Ddl Zan al capolinea, le reazioni nel mondo Lgbt+ e nei partiti

E dopo la bocciatura del ddl Zan, definitivamente bocciato al Senato tramite lo strumento della “tagliola”, si levano vibranti e infuocate proteste dentro il mondo Lgbt+, tra singoli esponenti politici, associazioni, realtà alleate e gente comune. Dentro i partiti, intanto, possiamo notare atteggiamenti diversi. Chi gioisce per la bocciatura di una norma di civiltà. E chi, invece, tenta di scaricare la colpa su alleati e altre formazioni politiche. Il quadro che emerge, tuttavia, fa confluire i sospetti di “tradimento” proprio su Italia Viva, che nei mesi scorsi ha di fatto ostacolato l’iter al Senato, tentando di avvicinarsi alle posizioni della Lega.

Alessandro Zan: “Tradito un patto politico”

Laconico il primo firmatario della legge, Alessandro Zan: «Chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il #ddlZan è il responsabile del voto di oggi al Senato» scrive sui suoi canali ufficiali il parlamentare dem. Il quale continua: «È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare». Parole molto dure, queste dichiarazioni, pur nella loro brevità. A cui fanno seguito anche quelle di altre personalità del mondo della politica istituzionale.

Monica Cirinnà (Pd): “Ora sappiamo chi è per i diritti e chi no”

Monica Cirinnà e Alessandro Zan

«In politica si vince, e si perde» ha dichiarato la senatrice Monica Cirinnà. «Oggi, però, non perdono Monica Cirinnà, Alessandro Zan o il Partito democratico. Oggi perde l’Italia, e perdono le tante persone che aspettavano riconoscimento e tutela: tradite da una politica meschina, che agisce solo sulla base di calcoli tattici di bassa lega». Torna, ancora, la parola chiave di questa giornata: tradimento. «Il voto al Senato ha fatto chiarezza, però, ed è stato giusto chiederlo già oggi: perché ora sappiamo chi è per i diritti, senza esitazioni e senza timidezze; e chi mette la vita delle persone nel tritacarne dei pregiudizi e degli interessi di bottega. Questa chiarezza serva per il futuro perché non ci fermeremo qui. Nel Paese è ormai profonda la consapevolezza che l’eguaglianza non è una promessa vuota, ma un dovere ineludibile».

Le dimissioni di Elio Vito (FI)

Lo scenario si fa turbolento anche a destra, tra le file di Forza Italia. Elio Vito, infatti, ha rassegnato le dimissioni dagli incarichi che ricopriva per il suo partito. Anche l’esponente berlusconiano ha dichiarato le sue intenzioni in un commento su Twitter: «La mia lettera di dimissioni al Presidente @berlusconi da responsabile del Dipartimento Difesa e sicurezza di @forza_italia, dopo che è stato annunciato al Senato il nostro voto favorevole al non passaggio agli articoli del # DDLZan». Vito critica il posizionamento del suo partito, dichiarandosi ancora una volta a favore del Ddl Zan.

Arcigay: “Politica in larga maggioranza omofoba”

Intanto nelle associazioni Lgbt+ monta la rabbia e la delusione: «I numeri della votazione con cui il Senato ha affossato questa mattina il testo Zan contro l’omotransfobia sono inesorabi» dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, in un comunicato ufficiale. «La nostra classe politica è in larga maggioranza omofoba» ammette. E prosegue, dopo aver attaccato le destre e Italia Viva: «Questo Parlamento non è stato all’altezza delle sfide di questo tempo, l’argine all’omotransfobia continuerà a porlo il Paese, le rete informali, le associazioni, tutte le persone di buona volontà. Non lo Stato, che ancora una volta si gira dall’altra parte. Ringraziamo coloro i quali si sono battuti, a tutti gli altri consegniamo la nostra vergogna».

Circolo Mario Mieli: “Sul ddl Zan Italia al passo coi governi omofobi d’Europa”

Sobria, ma severa, la nota del Circolo Mario Mieli di Roma, che prende atto del fallimento dell’approvazione del Ddl Zan. Per il Mieli «l’Italia resta così uno dei pochi paesi a non essere dotato di uno strumento che tuteli le persone LGBTQ+». Un paese «al passo con i più omofobi governi d’Europa. Come associazione abbiamo sostenuto questa legge perché segnava un necessario passo di civiltà, già in ritardo rispetto all’Europa. Adesso constatiamo che una parte del nostro parlamento ha tessuto strategie di potere sulla nostra pelle. Non solo non ce ne dimenticheremo ma continueremo a lavorare ogni giorno per ottenere sempre di più, affinché nessun* rimanga indietro».

Marilena Grassadonia (SI): “Abbassate lo sguardo quando ci incontrate per strada”

Marilena Grassadonia

«Il #ddlZan è stato affossato» dichiara Marilena Grassadonia, responsabile nazionale “Diritti e Libertà, politiche contro le discriminazioni” di Sinistra Italiana. «Una vergogna senza fine che si è consumata dopo un dibattito politico completamente scollegato dalla realtà. In un Parlamento che, ancora una volta, non è riuscito ad indicare l’unica strada che un Paese nel 2021 dovrebbe percorrere: quella della civiltà». Grassadonia ricorda che «la società è molto più avanti dei palazzi, dei giochi di potere». Ancora, fa notare che questo voto ricadrà sulla vita di persone reali. E quindi, dichiara ancora: «A chi oggi gioisce e grida vittoria chiedo di passarsi una mano sulla coscienza, se gliene resta ancora una e soprattutto chiedo la decenza di abbassare lo sguardo se ci incontra per strada.
E ci incontrerà, questa è cosa certa, perché siamo una marea inarrestabile e soprattutto che non dimentica».

Monica Romano (Pd): “Non ci fermerete”

Delusa la consigliera dem Monica Romano: «Domani la lotta riprenderà e la palla ritornerà ai movimenti. […] Ma oggi lasciatemi piangere per quella che è stata una sconfitta non soltanto per la nostra comunità LGBT+, ma anche per il Paese». La prima donna transgender eletta a Milano accusa: «Sappiamo fin troppo bene che la legge è stata affossata principalmente (non soltanto, ovviamente) per transfobia. Bene ha detto la senatrice Maiorino stamattina: ci considerano persone inferiori, un gradino sotto, punto». Quindi promette: «la Storia non si ferma davanti alle porticine sprangate da senatori che nemmeno hanno avuto il coraggio del voto palese. Siamo più di 400 mila, dato sottostimato, e aumenteremo perché su questo tema aumenterà la consapevolezza, anche grazie al nostro lavoro di informazione e sensibilizzazione. Non ci fermerete. Siamo uscite dagli armadi e butteremo giù anche le ridicole porticine, un giorno».

Angelo Schillaci: “Italia Viva ha tradito”

Ancora, dentro la comunità LGBT+ la narrazione si concentra sul tradimento del partito di Renzi: «C’é una forza politica che, dopo aver sostenuto il testo alla Camera, ha tradito: Italia Viva» non usa mezze parole il giurista Angelo Schillaci. «Questo tradimento ha creato una frattura, uno smottamento del quadro che ha condotto direttamente al voto di oggi. Questi sono i fatti, e nessuna analisi o supercazzola mi farà mai cambiare idea. Così come nulla potrà cancellare la passione e l’orgoglio per avere avuto il privilegio di combattere questa buona battaglia in prima persona, mettendo a disposizione tutto me stesso, testa e cuore. Oggi perde l’Italia, e perde la buona politica. Come mi ha detto una persona saggia, la politica è terribile a volte, ma insegna. Sempre. E con questo insegnamento, vado avanti».

Alessia Crocini, FA: “Triste teatrino di ripicche sulla nostra pelle”

Alessia Crocini, Famiglie Arcobaleno

«È evidente che le vite delle persone non interessano ai politici che oggi hanno affossato il ddl Zan» dichiara a Gaypost.it Alessia Crocini, neopresidente di Famiglie Arcobaleno. «Le donne, le persone con disabilità e quelle LGBTQI+, non sono mai al centro del dibattito ma si riducono a essere semplici spettatrici di un triste teatrino fatto di ripicche giocate sulla loro pelle. Come Famiglie Arcobaleno lo sappiamo bene visto che da sedici anni aspettiamo una legge che equipari i nostri figli e figlie a tutti gli altri minori del Paese».

Gianmarco Capogna, Possibile Lgbti+: “Vergognatevi!”

Molto duro, infine, Gianmarco Capogna, portavoce nazionale di Possibile LGBTI+: «Ci avete preso in giro per mesi, avete giocato sulla nostra pelle, su quella dei giovanissimi che vivono nella paura di potersi amare, di poter vivere liberamente perché rischiano la vita. Non ci sono scuse, nessuna giustificazione. Vergognatevi».

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