Voglio tornare a parlare di genitorialita, sempre partendo da me, dal mio vissuto. Inaugurando una sorta di diario della mia esperienza di padre. Un’evoluzione del mio precedente blog, Luca ha due papà, con un punto di vista più introspettivo.
Avevo diciannove anni. Un giorno ti confidai che stavo male per una cara amica che aveva appena perso il fidanzato. Mi dicesti: “A me dispiace soprattutto per lui che non c’è più, lei vedrai che prima o poi starà meglio“. A quel tempo pensai fosse una frase cinica, che non teneva conto di tutto il dolore che lei stava provando e che avrebbe portato con sé per sempre. Ma infine avevi ragione, e l’ho capito in questi dieci lunghissimi anni che sono passati dalla tua morte, mamma.
Via via che il dolore per ciò che mi mancava andava attenuandosi ho imparato ad essere dispiaciuto per te e per te soltanto, per quella morte ingiusta arrivata troppo presto. Non che non fossi stato dispiaciuto per te prima, ma l’egoismo del mio dolore si confondeva a ciò per cui essere davvero dispiaciuto.
Io prima o poi sono stato meglio. E così immagino Gabriella, mia sorella. E perfino papà: perché la vita continua a scorrere per tutti e porta con sé tutta una serie di nuove esperienze ed emozioni. Tu invece non ci sei più. E sono dispiaciuto per te e per tutto quello che ti è stato negato: i tuoi tre nipoti, gli anni migliori da vivere senza fretta, i viaggi, i sorrisi, tutte le ricette che non hai potuto sperimentare in cucina, accettare in modo pieno e senza riserve di essere la nonna di due chiassose famiglie arcobaleno.
Forse ti avrei raccontato anche delle paure di questi mesi, in cui il mondo sembra andare a rotoli per colpa di una pandemia ancora misteriosa, e mi domando cosa ci riserverà il futuro, se sarò in grado di proteggere Luca e Alice, se sarò un buon genitore, se saprò fare tesoro dei tuoi tanti insegnamenti preziosi e correggere gli errori che invece hai fatto… Io e le mie paure siamo qui, sorseggiando un brandy dopocena in una calda notte d’estate, seduti sulla veranda di casa tua per godere di un po’ di fresco… ed è come se ci fossi anche tu.
A volte basta un po di silenzio interrotto dal rumore delle cicale di sottofondo, un quaderno su cui raccogliere pensieri ed emozioni, e all’improvviso arriva comunque quella sensazione bellissima di togliersi un peso dal cuore e riconciliarsi col mondo.
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