Abolire il divieto all’aborto è la prossima sfida degli irlandesi e delle irlandesi. Proprio come è successo per il matrimonio egualitario, il prossimo anno ci sarà un referendum e si dovrà scegliere se lasciare le cose come stanno, cioè con la possibilità di interrompere la gravidanza solo in caso di rischio della vita della donna, o se abolire il divieto.
Il prossimo anno, il referendum
Ieri, il variegato movimento “Pro-choice”, cioè a favore della libertà di scelta, è sceso in piazza per la sesta marcia annuale. Una marcia speciale perché arriva poco dopo la decisione del governo di indire il referendum. Un passo necessario perché in Irlanda le riforme costituzionali devono necessariamente passare dalla consultazione popolare. Ma prima di acconsentire ad indire la consultazione, il governo irlandese ha istituito un’assemblea composta da cento cittadini estratti a sorte tra gli elettori e le elettrici. È stata proprio l’assemblea, dopo un anno di lavoro, a indicare al governo la strada del referendum.
In 10 mila per la libertà di scelta
Secondo la stampa irlandese, ieri a Dublino hanno sfilato in circa dieci mila: donne, uomini, bambini e organizzazioni di diverso tipo hanno chiesto che si abolisca l’Emendamento 8, quello che impone il divieto, appunto.
Di fatto, ad oggi le donne irlandesi che possono permetterselo, vanno ad abortire nella vicina Gran Bretagna e questo non è vietato dalle leggi locali. Il referendum si terrà nel 2018, tra maggio e giugno, un paio di mesi circa prima della visita di papa Francesco.
Un corteo variegato
Diverse le realtà presenti in piazza per la Global March for Choice: dai gruppi di migranti, a quelli che fanno parte della comunità Lgbt irlandese, passando per le femministe e i medici, in molti hanno risposto all’appello di Repeal Global al motto di “It’s time to act!” (è tempo di agire). Ecco le immagini del corteo di ieri pomeriggio.
(Photo credit: Manuela Collarella)