E’ successo di nuovo: un tribunale è andato contro la decisione delle Sezioni Unite della Cassazione che aveva detto di no alla trascrizione degli atti di nascita con due papà.
Ad accogliere il ricorso di una famiglia arcobaleno i cui bimbi si erano visti rifiutare il riconoscimento di entrambi i loro papà è stato il Tribunale di Milano.
La coppia, composta da un cittadino angloamericano e da un italiano che vivono in Inghilterra, ha avuto due figli, rispettivamente nel 2018 e nel 2021, nati negli Usa grazie alla gestazione per altri. Come previsto dalle leggi locali, entrambi i bambini, alla nascita, sono stati registrati come figli dei loro due padri. Lo stesso è avvenuto in Inghilterra, dove gli atti sono stati trascritti senza ostacoli.
Due papà, ma non in Italia
I problemi sono sorti in Italia dove il papà italiano aveva chiesto la trascrizione dell’atto di nascita del primo figlio. La richiesta, però, era stata rigettata dal Comune di Milano in base alla sentenza della Cassazione di cui accennavamo sopra. L’uomo, allora, aveva fatto istanza di adozione in casi particolari (stepchild adoption), ma anche in questo caso aveva ricevuto un diniego per via del fatto che, pur essendo iscritto al registro Aire di Milano, vive in Inghilterra.
Quando è nata la seconda figlia, l’uomo ha nuovamente tentato di chiedere al Comune la trascrizione dell’atto, ricevendo un altro rifiuto. A quel punto ha deciso di fare ricorso al Tribunale del capoluogo lombardo che gli ha dato ragione: gli atti devono entrambi essere trascritti con tutti e due i papà.
Non importa come sono nati, vanno tutelati
Contrariamente a quanto avevano stabilito le sezioni unite della Cassazione, infatti, per il giudice di Milano la pratica con cui sono nati è irrilevante “ai fini dell’ordine pubblico” (l’unica ragione per cui si può negare la trascrizione). Anzi, secondo il Tribunale, non riconoscere entrambi i papà “influirebbe negativamente sulla definizione dell’identità del minore”. Aggiunge, la sentenza, che “non è ammissibile alcun trattamento differenziato tra minori in relazione al modo in cui sono venuti al mondo”.
Insomma, a prescindere da come siano nati, ai bambini spettano le stesse identiche tutele.
“Sono soddisfatto per questa nuova decisione del Tribunale di Milano – dichiara l’avvocato Michele Giarratano, legale della famiglia -. Ancora una volta si afferma il principio del bene superiore del minore che non può venire meno per le tecniche che ne hanno reso possibile la nascita. Ringrazio il prof. Angelo Schillaci per il supporto giuridico che ci ha offerto nel seguire questo caso”.
Le Sezioni unite di nuovo tirate in causa
Si apre, dunque, un ulteriore spiraglio per le coppie di papà. Ma non è l’unico. La Prima sezione civile della Cassazione, infatti, ha nuovamente tirato in causa le Sezioni Unite.
Questa volta siamo in Veneto e il caso è seguito dall’avvocato Alexander Schuster. Una coppia di papà ha avuto un bambino, nato in Canada tramite la gpa. Anche in questo caso, come nel precedente, il piccolo arriva in Italia con un certificato in cui risulta figlio di entrambi i suoi papà. In Canada, come in alcuni paesi degli Usa, la gpa è legale.
I due si recano presso il loro comune di residenza e ne chiedono la trascrizione che, però, viene negata. La coppia ricorre al Tribunale che in questo caso respinge la richiesta. La coppia si rivolge, quindi, alla Corte d’Appello di Venezia che, invece, dà loro ragione.
A non essere d’accordo, però, è l’avvocatura dello Stato che rappresenta il Comune che si era opposto alla trascrizione e il ministero dell’Interno. L’avvocatura fa, quindi, ricorso alla Prima sezione civile della Corte di Cassazione che, ancora una volta, tira in ballo le Sezioni Unite. Per la seconda volta, dunque, le Sezioni Unite sono chiamate a esprimersi sui certificati di nascita con due papà perché, dice la Prima sezione, c’è un “vuoto normativo”. Sarà, dunque, di nuovo la Cassazione a doversi colmare un vuoto su un tema su cui, invece, dovrebbe legiferare il Parlamento.