Educare alle differenze 4: una scuola che riparte dal rapporto con le famiglie

È in arrivo la quarta edizione di Educare alle differenze, l’annuale meeting che in settembre mette in contatto centinaia di associazioni e di persone operanti nel campo dell’insegnamento e dell’educazione per sviluppare e condividere buone pratiche d’accoglienza per una scuola più inclusiva e che combatta – tra gli altri fenomeni – violenze di genere, razzismi, bullismo. Ne abbiamo parlato con Tiziana Biondi, presidente dell’associazione Stonewall Glbt, che è tra le coordinatrici del progetto.

Una realtà in crescita

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Un momento delle passate edizioni

«Quando le nostre associazioni – quali Scosse, che è stata la capofila, Progetto Alice e Stonewall Glbt – hanno cominciato questa avventura, hanno fatto una scommessa educativa» ci confida Biondi «ma non ci saremmo mai immaginate di ricevere tutte queste adesioni». Sono oltre trecento, infatti, le associazioni che aderiscono a Educare alle differenze che si occupano di varie tematiche, quali l’educazione all’affettività, la lotta alle violenze contro le donne, la lotta all’omo-transfobia, al razzismo, ecc. «Il riscontro è altissimo e ora che siamo alla quarta edizione possiamo dirci soddisfatte, anche perché abbiamo creato l’omonima associazione di promozione sociale». Una realtà in continua crescita, insomma.

Il difficile rapporto scuola-famiglia

La scuola vive in uno stato di emergenza, riguardo i temi affrontati dal meeting. «Quest’anno abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sul rapporto tra scuola e famiglia» ci dice ancora la presidente di Stonewall. Il richiamo è diretto alle polemiche sulla fantomatica ideologia del gender che specifici attori politici – vicini a certi settori ultraclericali e omofobi – hanno messo in campo per generare sentimenti di sfiducia tra le istituzioni scolastiche e i genitori. «C’è stata una vera e propria delegittimazione del corpo docente, le famiglie non riconoscono la figura degli insegnanti soprattutto quando questi si trovano a dover affrontare le tematiche legate all’identità di genere, alle emozioni, alla sessualità». Affrontando questo tema, si vuole ricreare un collante per capire quali modalità mettere in campo per ricucire questo rapporto.

Il silenzio delle istituzioni

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La scuola Di Donato di Roma

«Da questa edizione ci aspettiamo grandi cose» dichiara ancora Biondi, augurandosi di avere una grande presenza per quanto riguarda i papà e le mamme che vorranno esserci. «Solo con la conoscenza diretta si possono abbattere i pregiudizi e noi invitiamo le famiglie a venire e a conoscerci», in modo da poter superare le diffidenze che altri hanno generato nei confronti del mondo della scuola e di chi vi opera. Ma non è tutto: «Ci auguriamo un maggior riconoscimento da parte delle istituzioni», auspica Biondi. Riconoscimento che è arrivato con il patrocinio del Comune di Roma, ma che ancora non vede segnali significativi dal ministero dell’Istruzione. «Eppure» ricorda Biondi «Valeria Fedeli partecipò alla prima edizione» nel 2014.

Come partecipare a Educare alle differenze

Il meeting si terrà a Roma il 23 e il 24 settembre – alla scuola Di Donato in via Bixio – e sarà articolato in quattro sezioni definite dagli hashtag #famiglie, #strumenti, #inclusione e #comunicazione. Insieme alle sezioni tematiche ci sarà lo spazio per i dibattiti, le presentazioni dei libri e i momenti ricreativi per i bambini. L’intera manifestazione sarà avviata e conclusa con due sessioni plenarie in cui si farà il punto della situazione, rispetto a quanto prodotto. «Siamo una realtà totalmente autofinanziata» ricorda ancora Tiziana Biondi, che invita a partecipare, iscrivendosi attraverso il modulo on line. Per una scuola senza limiti e più inclusiva, che tenga conto della diversità come ricchezza.

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