Arrestati per avere sventolato una bandiera arcobaleno ad un concerto. È quello che è successo in Egitto dove le autorità hanno tratto in arresto sette persone accusate di “immoralità!. La loro colpa sarebbe stata dimostrata dall’uso di una bandiera con i colori dell’arcobaleno durante un concerto che si è svolto lo scorso 22 settembre al Cairo. I sette sono stati ripresi dalle telecamere interne alla struttura in cui si è svolto l’evento, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Nova. L’accusa, secondo l’agenzia, è di promozione dell’omosessualità e incoraggiamento all’immoralità. Tutto per la bandiera storicamente simbolo della comunità lgbt in tutto il mondo.
“Potrebbero infettare i nostri figli”
“È una questione immorale – ha dichiarato il consigliere del ministro delle Donazioni islamiche Sabri Ubada nel corso del programma televisivo trasmesso lo scorso 24 settembre dall’emittente “Dream Channel” -. Dobbiamo affrontare queste questioni che potrebbero infettare i nostri semplici figli: è un’invasione intellettuale e una colonizzazione a distanza per minare i valori e le comunità”. La situazione per le persone lgbt in Egitto è preoccupante.
“Portano alla corruzione”
Il regime usa l’alibi della sicurezza per monitorare le conversazioni private e, con questo strumento, reprime ogni componente della società considerato destabilizzante. Non solo gli oppositori politici, ma anche le persone gay, lesbiche, bisessuali e trans. “Il Corano, il Vangelo e la Bibbia hanno combattuto questi comportamenti immorali che portano alla corruzione delle comunità e alla diffusione di malattie e epidemie – ha continuato Ubada -. Presentarsi in tal modo è la manifestazione del peccato che è uno dei peccati più grandi dell’Islam”. Da anni, ormai, la comunità lgbt egiziana è colpita da retate e arresti di massa.
(la foto di copertina si riferisce ad una retata precedente e non agli arresti in oggetto)