Non c’è spazio per i diritti civili nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle pubblicato ieri sera sul blog di riferimento e sviluppato per temi in venti punti.
Energia, esteri, lavoro, trasporti, agricoltura, difesa, turismo, scuola, sicurezza, salute, banche, ambiente, fisco, telecomunicazioni, immigrazione, giustizia, università, ricerca, affari costituzionali, beni culturali e sviluppo economico sono i temi su cui c’è già una base di programma. Gli unici due che rimangono da sviluppare, ma che sono già contemplati, sono animali e sport.
Niente sulle donne
Salta agli occhi l’assenza della voce “diritti”, declinata nelle sue diverse sfumature: i diritti delle persone lgbt e delle famiglie arcobaleno, quelli delle donne e quelli dei migranti. Una mancanza ancora più evidente nel momento in cui, ad esempio, la questione delle molestie e degli abusi sulle donne domina le pagine dei giornali di tutto il mondo e anche quelli italiani.
Di donne non si parla neanche nel capitolo riservato al lavoro, proprio nei giorni in cui arriva la denuncia dell’Onu sul gender gap. Secondo lo studio pubblicato dalle Nazioni Unite, infatti, in media le donne vengono pagate il 23 per cento in meno degli uomini. E l’Italia non è esente da questa disparità, sebbene sia tra gli stati con i dati migliori d’Europa. Ancora, i dati diffusi qualche giorno fa dall’Ispettorato del Lavoro denunciano che 25 mila donne sono state costrette a lasciare il lavoro dopo la nascita dei figli. Rimane fuori anche il tema dei centri antiviolenza e dell’educazione alle differenze.
Migranti, sì, ma solo per il controllo
La questione migranti è declinata quasi esclusivamente in termini di sicurezza e controllo con un significativo titolo “Obiettivo: sbarchi zero”. Solo un passaggio sulla cooperazione internazionale. E forse, in questo senso, la scelta di contribuire a far mancare il numero legale in Senato quando si votava la legge sullo ius soli poteva essere un segnale. È probabile, certo, che anche se ci fosse stato il numero legale la legge non sarebbe passata. Ma la politica è fatta anche di gesti simbolici, si sa.
Diritti lgbt, questi sconosciuti
Completamente assente la questione lgbt che certo la legislatura che si sta chiudendo non ha esaurito. A partire da una legge contro l’omotransfobia, passando per la genitorialità delle coppie dello stesso sesso, fino all’autodeterminazione delle persone trans e intersex e al matrimonio egualitario, sono tanti temi che attendono risposta.
Lo scorso settembre all’ultima edizione di “Italia a 5 stelle” uno striscione recitava “stesso amore, stessi diritti”. Alcuni attivisti lgbt del Movimento spiegavano di essere favorevoli alla stepchild adoption, sebbene l’obiettivo delle associazioni sia il riconoscimento della genitorialità alla nascita e non uno strumento considerato già di compromesso ancora prima che fosse stralciato dalla legge sulle unioni civili.
Le promesse non mantenute
In quell’occasione, i militanti lgbt spiegavano che i diritti erano centrali per il Movimento e che “abbiamo avuto garanzie dai nostri portavoce che lo saranno anche nel programma elettorale del nostro governo”. Fu il consigliere di municipio Pierluigi Riccitelli a dichiarare: “I diritti saranno al centro delle battaglie del Movimento, altrimenti non ci vedranno più qui“.
Ora il programma è ufficiale e di diritti neanche l’ombra. Chissà se Riccitelli ha già abbandonato la nave.
Io voterò +Europa!
Programma scuola:
“[…]L’ambizione più grande è proprio questa:
Formare cittadini consapevoli del proprio valore e delle proprie risorse capaci di superare i conflitti, che rispettino e valorizzino le diversità, che includano le minoranze, che promuovano la cultura della tolleranza,
contrastando il bullismo e il cyberbullismo, la violenza di genere ed ogni forma di discriminazione.
[…]Per questo motivo è importante investire su nuovi percorsi interdisciplinari di educazione alle emozioni, all’affettività e alla parità di genere.
[…]Incentrare la formazione iniziale dei docenti sugli aspetti didattici e metodologici della professione, sull’utilizzo delle nuove tecnologie e sulle importanti sfide a cui saranno chiamati i cittadini di domani e per cui saranno fondamentali l’educazione civica, ambientale, alimentare e l’educazione alle emozioni, all’affettività, alla parità di genere e alla sessualità consapevole. ”
FONTE: https://www.dropbox.com/sh/7145qezuh1uyitb/AAAtTwbcDhrrs56-vVYpwh3sa?dl=0&preview=M5S_Programma_Scuola.pdf
Programma sanità:
“[…] È proprio in nome dell’affarismo in sanità, sostenuto dal più rilevante sistema lobbystico mondiale, che si negano risorse necessarie per la cronicità e disabilità, per la prevenzione, la riabilitazione, il territorio e l’assistenza domiciliare integrata e si preferisce riversare ogni costo sulla famiglia e sulle donne in
particolare (le prime vittime di questo sistema iniquo e ingiusto) che figlie, mamme e lavoratrici si industriano a svolgere, alla bisogna e nell’abbandono totale, anche il lavoro di assistente domiciliare, infermiere, psicologo ecc.”
FONTE: https://www.dropbox.com/sh/b0yvbmzina81x8a/AACtT9yJWDa5JZ337Ys9BKpZa?dl=0&preview=M5S_Programma_Salute.pdf
Programma scuola del M5S:
“[…]L’ambizione più grande è proprio questa:
formare
cittadini consapevoli del proprio valore e delle proprie risorse capaci
di superare i conflitti, che rispettino e valorizzino le diversità, che
includano le minoranze, che promuovano la cultura della tolleranza,
contrastando il bullismo e il cyberbullismo, la violenza di genere ed ogni forma di discriminazione.
[…]Per
questo motivo è importante investire su nuovi percorsi
interdisciplinari di educazione alle emozioni, all’affettività e alla
parità di genere.
[…]Incentrare la formazione
iniziale dei docenti sugli aspetti didattici e metodologici della
professione, sull’utilizzo delle nuove tecnologie e sulle importanti
sfide a cui saranno chiamati i cittadini di domani e per cui saranno
fondamentali l’educazione civica, ambientale, alimentare e l’educazione
alle emozioni, all’affettività, alla parità di genere e alla sessualità
consapevole. ”
Programma sanità del M5S:
“È
proprio in nome dell’affarismo in sanità, sostenuto dal più
rilevante sistema lobbystico mondiale, che si negano risorse
necessarie per la cronicità e disabilità, per la prevenzione,
la riabilitazione, il territorio e l’assistenza domiciliare integrata e
si preferisce riversare ogni costo sulla famiglia e sulle donne in
particolare (le prime vittime di questo sistema iniquo e ingiusto) che
figlie, mamme e lavoratrici si industriano a svolgere, alla bisogna e
nell’abbandono totale, anche il lavoro di assistente domiciliare,
infermiere, psicologo ecc.”