Emma Watson, attrice conosciuta ai più per il ruolo di Hermione Granger nella saga di Harry Potter, nel luglio 2014 è stata nominata Goodwill Ambassador, ambasciatrice di buona volontà, dalla sezione delle Nazioni Unite che si occupa della parità di genere nel mondo. Il 20 settembre dello stesso anno, Watson è intervenuta presso la sede delle Nazioni Unite a New York per lanciare la campagna HeForShe per l’uguaglianza di genere. Il suo discorso è attuale più che mai e vale la pena rivederlo.
(disponibili sottotitoli in italiano guardando il video da desktop)
Qualche estratto dal discorso di Emma Watson all’ONU.
Femminismo non significa “odiare gli uomini”
Sono stata nominata [ambasciatrice] sei mesi fa e più ho parlato di femminismo, più ho capito che lottare per i diritti delle donne è troppo spesso diventato sinonimo di “odiare gli uomini”. Se c’è una cosa di cui sono sicura è che questa cosa deve finire.
Per la cronaca, la definizione di femminismo è: «il credere che uomini e donne debbano avere uguali diritti e opportunità. È la teoria della parità dei sessi in politica, economia e nella società”.
Nessun Paese del mondo può dire di aver raggiunto la parità di genere
Vengo dall’Inghilterra e penso che sia giusto che io, come donna, sia pagata lo stesso di quanto sono pagati i miei colleghi uomini. Penso che sia giusto che io possa prendere delle decisioni riguardo al mio corpo. Penso sia giusto che ci siano donne coinvolte per mio conto nel processo politico e decisionale del mio Paese. Penso che sia giusto che mi sia dato lo stesso rispetto che è riservato agli uomini. Ma purtroppo posso dire che non c’è un singolo Paese in tutto il mondo dove le donne possono aspettarsi di ricevere questi diritti. Nessun Paese del mondo può dire di aver raggiunto la parità di genere.
Uomini, la parità di genere è anche un vostro problema
Nel 1997, Hillary Clinton ha tenuto un famoso discorso a Pechino sui diritti delle donne. Purtroppo, molte delle cose che voleva cambiare sono ancora oggi una realtà. Ma quello che mi ha colpito di più è che solo il 30% di chi la stava ascoltando quel giorno era maschio. Come possiamo cambiare il mondo quando soltanto metà di esso è invitato o si sente a suo agio a partecipare alla conversazione?
Uomini, vorrei sfruttare questa opportunità per farvi un invito formale. La parità di genere è anche un vostro problema.
Se non io, chi? Se non ora, quando?
Stiamo faticando per trovare una parola che ci unisca, ma la buona notizia è che abbiamo un movimento che ci unisce. Si chiama “HeForShe”. Vi invito a fare un passo avanti, a farvi vedere, ad alzare la voce, a essere lui per lei. E a chiedervi: se non io, chi? Se non ora, quando?