Roma, Stadio Olimpico, 22.13 di mercoledì 15 giugno 2016. I Pooh si stanno esibendo nella cornice romana con una scaletta composta da 49 brani storici. Una delle poche date concesse dalla band, in formazione completa (con l’annessione di Riccardo Fogli e il ritorno di Stefano D’Orazio) in onore del suo cinquantennale. Al termine del brano “Viva”, Roby Facchinetti prende il microfono e annuncia la canzone successiva. Ricorda al pubblico che i Pooh nelle loro canzoni hanno affrontato i più svariati argomenti.
Prosegue dicendo che lui e i suoi compagni di viaggio nel 1976 decisero di scrivere una canzone su un tema molto delicato e complicato. La canzone in questione è appunto “Pierre”. “Pensavamo che a distanza di 40 anni certi discorsi non esistessero più – prosegue Facchinetti – invece la follia umana proprio pochi giorni fa ha prodotto una strage in cui sono rimaste uccise 50 persone. Voglio dedicare questa canzone proprio a loro”.
Il riferimento è alla strage avvenuta nella notte tra l’11 e il 12 giugno scorsi all’interno del locale LGBT “Pulse” in Orlando, Florida.
Sonori applausi sono giunti dagli spalti gremiti dai 50 mila fans della band, accorsi in massa per l’occasione.
Un segnale positivo, immerso nell’oblio e nel silenzio in cui la questione omofobia è caduta, rispetto ai fatti di Orlando, e dei quali Gaypost ha già ampiamente parlato in questi giorni.
A Sanremo 2016 inoltre i Pooh sono tra gli artisti che decisero di esibire i laccetti rainbow durante la loro esibizione, per dare un segnale al paese in merito all’imminente (all’epoca) approvazione del disegno di legge sulle unioni civili.